Catalogna. Aziende in fuga e -20% presenze turistiche. 900 società si sono già trasferite

di Notizie Geopolitiche – 

La questione dell’indipendenza catalana si è rivelata un disastro per l’economia della regione: nel periodo che va dal 2 al 16 ottobre, secondo quanto scrive il quotidiano spagnolo El Mundo, sono ben 900 le imprese che hanno deciso di spostare la loro sede al di fuori della Catalogna e, negli ultimi giorni, il ritmo è aumentato fino ad arrivare a 20 trasferimenti all’ora.
Dopo l’abbandono delle grandi banche, quali Banco Sabadell e Caixa Bank, che si sono trasferite in altre città della penisola iberica, e di società come Gas Natural, il gruppo di telecomunicazioni Eurona Wireless Telecom e l’impresa di biotecnologie Oryzon Genomics, ora è il momento anche delle piccole aziende, spaventate dall’incertezza politica e dall’incognita di una possibile secessione, che le porterebbe fuori dal mercato unico europeo, ritrovandosi in un paese isolato.
Il rischio di una nuova crisi si preannuncia anche per il mercato immobiliare, il quale dopo la recente ripresa ha subito un nuovo stop a causa della crisi nata degli ultimi mesi, e per il turismo regionale che secondo Exceltur, associazione delle principali imprese del settore, negli ultimi 15 giorni ha visto un crollo delle presenze di oltre il 20%, impattando a livello nazionale per oltre un punto percentuale (dal 4.1% al 3.1%), una battuta d’arresto che potrebbe costare alla Spagna oltre 400.000 posti di lavoro.
Il tentativo di Carles Puigdemont, Presidente della Generalitat de Catalunya, di ottenere un’utopistica autodeterminazione ha per ora portato più danni che benefici alla regione, soprattutto se si considera quanto sia improbabile che la Catalogna possa realmente diventare indipendente, rompendo i rapporti con il resto della Spagna (principale partner commerciale verso la quale è diretto il 44% dell’export regionale) e rimanendo esclusa dall’Unione Europea, di cui vorrebbe invece far parte.