Catalogna. Oggi riunione parlamento: Mossos circondano l’edificio. Madrid, ‘no decisioni irreversibili’

di Notizie Geopolitiche –

Il portavoce del governo spagnolo, Inigo Mendez de Vigo, nel giorno della riunione del parlamento catalano, che avrà luogo alle 18, ha esortato il presidente della regione, Puigdemont, a non prendere decisioni “che potrebbero avviare processi irreversibili”.
Dopo il referendum (incostituzionale) sull’autodeterminazione della regione, tenutosi l’1 ottobre scorso in Catalogna e nel quale il 92% dei votanti si è detto favorevole alla secessione dalla Spagna, la paura di Madrid e dell’Unione Europea è che fra poche ore il parlamento di Barcellona possa dichiarare unilateralmente l’indipendenza, con conseguenze difficili da prevedere e con il rischio di un precipitare della situazione.
La polizia catalana, i Mossos d’Esquadra, ha infatti circondato il parlamento regionale, per evitare che la presenza di manifestazioni possa esercitare pressioni sui lavori dell’assemblea, ma a Barcellona sono comunque già presenti migliaia di uomini della Guardia Civil, inviati da Madrid e sostenuti da reparti dell’esercito, che hanno occupato diversi punti strategici della città, in previsione di un eventuale tentativo di secessione; la presenza di una gran quantità di militari nella capitale catalana ha però contribuito a innalzare ulteriormente la tensione e la paura, soprattutto dopo gli scontri registrati il giorno del voto.
Nonostante questo è però necessario comunque considerare alcune questioni che rendono molto improbabile una reale attuazione della secessione, che si aggiungono al fatto che il referendum ha visto una partecipazione di solo il 42% degli aventi diritto, con modalità di voto che hanno consentito a molti di votare più di una volta (Foto): il punto di forza della Catalogna è che produce da sola il 20% del Pil spagnolo, ma il 44% delle proprie esportazioni sono dirette verso il resto del paese, cosa che renderebbe una dichiarazione unilaterale di indipendenza e la rottura dei rapporti con Madrid di fatto impraticabile, pena il collasso economico della regione.
Alla questione finanziaria si aggiunge poi quella politica: le aspirazioni europeiste di Barcellona sarebbero frenate infatti dalla necessita di intraprendere nuovamente il percorso di integrazione nell’Ue, il quale richiederebbe diversi anni e si scontrerebbe con il veto spagnolo, rendendo la Catalogna di fatto un paese politicamente ed economicamente isolato.