Catalogna. Proteste e scontri dopo le condanne dei separatisti

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Sono state ore di proteste e scontri a Barcellona ed in altri centri della Catalogna dopo le sentenze del Tribunale supremo di Madrid che ha inflitto pesanti condanne, non tanto quanto chiedeva la Procura, ai leader catalani che due anni fa hanno organizzato il referendum secessionista della regione spagnola.
Assente l’ex presidente della Catalogna, il leader separatista Carles Puigdemont, in quanto ancora in auto-esilio in Belgio. I giudici hanno condannato il leader di Esquerra Republicana de Catalunya, Oriol Junqueras, a 13 anni di reclusione da scontare nella prigione catalana di Lledoners, dove si trova da allora; Jordi Turull, Raül Romeva e Dolors Bassa sono stati condannati a 12 anni, l’ex presidente del Parlamento regionale Carme Forcadell a 11 anni e mezzo, a 10 anni e mezzo gli assessori Josep Rull e Joaquim Forn; a 9 anni Jordi Sànchez e Jordi Cuixart., che non avevano incarichi politici ma che avevano organizzato le manifestazioni di piazza.
Con tutta probabilità i condannati saranno oggetto dell’indulto che promuoverà il premier Pedro Sánchez al fine di riaprire il dialogo e riappacificare gli animi, ma al momento ha espresso “fermezza e proporzionalità” nel momento in cui dovessero proseguire gli scontri e le proteste.
Dopo gli scontri di oggi, che hanno portato al ferimento di 130 manifestanti e di 40 agenti, il governo spagnolo ha potenziato ulteriormente il personale di polizia nella regione, ma il picco delle proteste dovrebbe raggiungersi domani sera con una manifestazione organizzata da Coordinadora alla Puerta del Sol di Madrid.
Sempre oggi a Barcellona sono stati sospesi 45 voli su mille, mentre i treni hanno viaggiato regolarmente.