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Gli ultimi messaggi dell’ex presidente della Generalitat catalana Carles Puigdemont indicano arrendevolezza, dopo che la Corte suprema spagnola ha accettato il ricorso del governo il quale si è opposto alla possibilità di un’elezione a distanza sua e degli altri esuli a Bruxelles. Tra l’altro Puigdemont rischia l’arresto una volta rientrato in patria, dal momento che è ancora sotto accusa per sedizione a seguito della proclamazione dell’indipendenza della Catalogna.
“Penso ti sia chiaro che è finita. I nostri ci hanno scaricato. Perlomeno me”, ha detto in un messaggio intercettato da Telecinco all’amico e deputato Toni Comin, messaggio poi confermato dallo stesso Puigdemont. C’è quindi amarezza da parte sua nel costatare un voltafaccia del fronte indipendentista, come pure che “il piano della Moncloa trionfa” e che “viviamo gli ultimi giorni della Catalogna repubblicana”. “D’altronde – ha poi scritto su Twetter – sono umano, ci sono momenti in cui anch’io dubito. Ma sono anche il presidente, e non mi nasconderò o mi tirerò indietro per rispetto, gratitudine e impegno con i cittadini e il paese. Andiamo avanti!”.
Intanto a Barcellona la vicepremier spagnola Soraya de Saenz Santamaria si è rivolta al presidente del parlamento catalano Roger Torrent per chiedere un nuovo giro di consultazioni volto ad individuare un nuovo presidente della Generalitat.