Catalogna. Richiesto il mandato d’arresto europeo per Puigdemont

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La procura generale spagnola ha chiesto oggi alla giudice dell’Audiencia Nacional, Carmen Lamela, l’emissione di un mandato di arresto europeo nei confronti del presidente della Generalitat Carles Puigdemmiont e dei membri del governo regionale che con lui sono fuggiti in Belgio, Clara Ponsatì, Antoni Comin, Lluis Puig e Meritxell Serret.
I cinque infatti non si sono presentati in tribunale, ma anche per gli altri nove membri della Generalitat, comrpeso l’ex vicepresidente catalano, Oriol Junqueras, che oggi erano davanti al giudice è stato chiesto l’arresto, ad esclusione di Santi Vila, che si era dimesso dalla sua carica il giorno prima della proclamazione dell’indipendenza.
Gli avvocati sono riusciti tuttavia ad ottenere un rinvio dell’udienza al fine di poter preparare la difesa: l’accusa per tutti è quella di sedizione, reato che prevede da i 15 ai 30 anni di reclusione. Fuori dal tribunale i manifestanti indipendentisti urlavano slogan in catalano, “voi non siete soli”.
Puigdemont, che si trova in Belgio su invito del ministro fiammingo (e indipendentista) Theo Francken, ha parlato di un “processo politico”, ma ancora non è chiaro se intenda o meno tornare in Spagna per rispondere delle accuse.
Potrebbe chiedere asilo al Belgio in quanto, secondo lui, Madrid non gli darebbe garanzia di un processo equo, ma l’eventuale rifiuto alla richiesta di espatrio metterebbe Bruxelles in una crisi politica sia esterna che interna. Il Belgio è l’unico paese europeo che dà asilo anche a persone provenienti da paesi membri dell’Ue, e per quanto il premier Charles Michel abbia già messo le mani avanti, Francken sa di poter far leva sulla fragilissima intesa che tiene in piedi il governo, per quanto lui stesso abbia ammesso che la cosa “ci metterebbe in una posizione diplomatica delicata con la Spagna”.