Cemac. Il vertice dei paesi dell’Africa centrale non ha prodotto risultati rilevanti

di Alberto Galvi –

Si è svolto a Yaoundé in Camerun il vertice straordinario della CEMAC (Communauté économique et monétaire de l’Afrique centrale), alla presenza del presidente Paul Biya del Camerun, Faustin-Archange Touadera del Centrafrica, Denis Sassou Nguesso della Repubblica del Congo, Teodoro Obiang, Nguema Mbasogo della Guinea Equatoriale, Idriss Déby Itno del Ciad e il primo ministro, Julien Nkoghe Bekalé, del Gabon. Attualmente Paul Biya, è il presidente di turno della CEMAC per un periodo di 2 anni.
All’ordine del giorno di questo vertice, il futuro del Franco Cfa come hanno già fatto i paesi africani della CEDAO (Communauté économique des États de l’Afrique de l’Oues) per mettere in discussione il simbolo del retaggio coloniale europeo, in quanto i paesi che lo utilizzano devono depositarne il 50% delle loro riserve in Francia. Il Franco Cfa ha un tasso di cambio fisso con l’euro e può essere convertito in maniera illimitata nello stesso dalla Francia.
Nel continente africano il Franco Cfa viene utilizzato dai paesi appartenenti alla CEMAC (Camerun, Ciad, Repubblica centrafricana, Repubblica del Congo, Gabon e Guinea equatoriale) e alla CEDAO (Benin Costa d’Avorio, Burkina-Faso, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea Bissau, Liberia, Mali Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone e Togo) e alle isole Comore.
Dal 1° luglio del 2020 ben 8 dei 15 paesi della CEDAO (Benin, Burkina-Faso, Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Mali, Niger, Togo e Senegal) cambieranno semplicemente il nome della moneta e solo successivamente romperanno l’accordo con la Francia per ottenere l’autonomia di controllo delle loro riserve valutarie.
I paesi della CEMAC sono invece ancora in alto mare nel prendere una decisione. Coloro che sono per il mantenimento del Franco Cfa infatti avanzano l’argomento della stabilità offerta da questa valuta contro la speculazione.
In questo vertice si è anche discusso della situazione economica dell’organizzazione, che si ritiene essere la meno sviluppata economicamente del continente africano. Inoltre la situazione politica in Africa centrale è rimasta fortemente instabile a causa dei recenti processi elettorali e delle sfide in materia di sicurezza e diritti umani.
I leader della CEMAC avevano raggiunto un accordo 2 anni fa per revocare i requisiti per i visti ai suoi cittadini che viaggiano all’interno del blocco regionale, ma che di fatto non vengono applicati proprio a causa delle continue tensioni nei vari paesi.
Le principali tensioni vengono provocate da elementi destabilizzati all’interno e all’esterno dei singoli paesi, come il gruppo radicale islamico del Boko Haram in Camerun con i loro rapimenti e attentati terroristici e i vari movimenti separatisti attivi in 2 regioni del paese che destabilizzano il governo centrale.
Anche nella Repubblica centrafricana l’LRA (Lord’s Resistance Army) continua a costituire una minaccia per la sicurezza e la pace di questo paese. Inoltre tranne il presidente Paul Biya, del Camerun, negli altri 5 paesi della CEMAC i loro leader hanno subito negli ultimi anni almeno un tentativo di colpo di stato.
In questo vertice i leader dei paesi della CEMAC hanno espresso il loro desiderio di continuare ad avere una moneta comune stabile e forte con una approfondita riflessione riguardo alla cooperazione monetaria con la Francia, sul Franco Cfa. Per quello che riguarda l’aspetto economico i leader si sono ripromessi di sfruttare al meglio la zona di libero scambio africana CEMAC nonostante gli elementi destabilizzanti che pervadono ogni singolo paese della regione.