Centrafrica. Il Paese in piena emergenza nazionale tra violenze e crisi politica

di Alberto Galvi –

Nella RCA (République Centrafricaine) è iniziato uno stato di emergenza nazionale di 15 giorni entrato in vigore il 21 gennaio in risposta alla violenza ispirata dai ribelli durante la controversa rielezione del presidente Faustin-Archange Touadéra del mese scorso.
Lo stesso giorno è arrivato nel Paese africano Mankeur Ndiaye, il capo della missione MINUSCA (United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in the Central African Republic). Il diplomatico ha fatto appello al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per aggiungere più forze di pace e ha suggerito di cercare il sostegno regionale e internazionale per sostenere la RCA.
In vista delle elezioni di dicembre Ruanda e Russia avevano inviato rinforzi per aiutare il governo, mentre un gran numero di truppe governative ha disertato a causa di risorse e addestramento insufficienti. Almeno 12mila soldati delle forze di pace sono scese in campo nella RCA.
Il governo del presidente Touadéra è sostenuto dalla Francia, che gli ha anche inviato risorse militari. Nel frattempo, il governo sta spingendo per la revoca di un embargo sulle armi imposto dalle Nazioni Unite nel 2013, che vede come un ostacolo nella sua lotta contro i ribelli.
I combattenti antigovernativi, che ora controllano i due terzi del Paese, sfidano regolarmente il potere centrale, presieduto dal presidente Touadéra, in carica dal 2016 e rieletto il 27 dicembre in un clima di incertezza. Le autorità hanno accusato l’ex presidente François Bozizé, a cui è stato impedito di candidarsi alle elezioni del 27 dicembre, per l’aumentare delle violenze. Il governo di Touadéra controlla solo circa un terzo dell’ex colonia francese, con gruppi di miliziani emersi da un conflitto del 2013 che controllano il resto del territorio.
Il 13 gennaio i ribelli, formati da una coalizione di sei gruppi armati, hanno seminato il terrore prendendo d’assalto la capitale Bangui, per la prima volta dal 2013.Questo attacco è stato respinto dalle forze di pace di MINUSCA e dalla FACA (Central African Armed Forces).
I pubblici ministeri della RCA hanno avviato un’indagine sull’ex presidente Bozizé, accusato dal governo di aver pianificato un colpo di Stato con l’aiuto di gruppi armati in vista delle elezioni. Bozizé, che nega le accuse, è salito al potere con un colpo di Stato nel 2003 prima di essere rovesciato nel 2013 e fatto precipitare il Paese in un conflitto.
L’ex presidente François Bozizé è stato accusato di violenze dopo che la Corte costituzionale ha respinto la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 27 dicembre, che la corte ha dichiarato questa settimana sono state vinte da Touadéra.
Il governo e i gruppi ribelli hanno raggiunto un accordo nel 2019 nel tentativo di reprimere i disordini e le violenze. Decine di migliaia di persone hanno cercato rifugio nei Paesi vicini, compreso il Camerun.  
Al termine dei primi quindici giorni, l’Assemblea nazionale dovrà decidere su un’eventuale proroga dello stato di emergenza.