Centrafrica. Soldati camerunesi inviati nel Paese a difendere la pace in vista delle elezioni di dicembre

di Alberto Galvi

In questi giorni il Camerun sta inviando centinaia di soldati e poliziotti nella Repubblica Centrafricana per proteggere i civili e costruire la pace in vista delle elezioni del prossimo dicembre.
Dal 2014 nella Repubblica Centrafricana, ci sono stati più di 11mila caschi blu delle Nazioni Unite, oltre 1.000 dei quali camerunesi.   
La scorsa settimana le truppe sono sotto l’egida della missione MINUSCA (United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in the Central African Republic) hanno terminato l’addestramento nel villaggio di confine di Motcheboum. 
Le truppe della missione MINUSCA secondo Joseph Beti Assomo, il ministro della Difesa del Camerun, promuoveranno la pace e ricostruiranno le istituzioni distrutte ad affrontare la sua sicurezza e le turbolenze socio-politiche.
Le Nazioni Unite hanno chiesto alle truppe camerunesi di proteggere i civili, gli osservatori internazionali e i rifugiati che tornano nella Repubblica Centrafricana, il personale elettorale e i loro materiali.
In questi anni quasi un quarto della popolazione della Repubblica Centrafricana ha dovuto sfollare dalle proprie abitazioni a causa dell’instabilità politica e dei combattimenti tra gruppi armati.
Il contingente attuale ha trascorso un anno a costruire la pace nel Paese dilaniato dalla guerra. La missione MINUSCA è stata avviata nel 2014 per proteggere i civili della Repubblica Centrafricana secondo la Carta delle Nazioni Unite.
I conflitti ancora in corso sono iniziati nel 2013 nella Repubblica Centrafricana in seguito ad una violenta presa di potere da parte del gruppo armato islamico Seleka.
Inoltre le truppe guidate dalle Nazioni Unite hanno contribuito a stabilire un certo grado di stabilità, i gruppi armati nonostante l’embargo controllano gran parte del Paese e continuano ad acquistare armi.
In vista delle prossime elezioni l’ex presidente della Repubblica Centrafricana, Francois Bozize ha sfidato a luglio il presidente Faustin-Archange Touadera per la carica presidenziale, dopo essere tornato l’anno scorso dall’esilio in Uganda.
Bozize ha preso il potere con un colpo di Stato nel 2003, per poi essere rovesciato nel 2013 dai ribelli Seleka. Secondo l’ONU entrambi gli schieramenti hanno commesso crimini di guerra e da allora hanno provocato tra le 3mila e le 6mila vittime per lo più civili.
Le truppe francesi hanno contribuito a sconfiggere i ribelli e hanno inaugurato le ultime elezioni nella Repubblica Centrafricana nel 2016. La Francia è intervenuta militarmente nella sua ex colonia dal 2013 al 2016 per respingere i Seleka.
La Francia ha terminato l’operazione militare dopo che Faustin-Archange Touadera è stato eletto presidente del Paese.
Touadera governa oggi con il sostegno della operazione MINUSCA. L’obiettivo della missione è di stabilizzare l’area dopo più di un anno di conflitti interni con oltre 13mila tra soldati e poliziotti.
Nonostante l’accordo di pace del febbraio 2019 più di due terzi del territorio centrafricano è sotto il controllo dei miliziani ribelli, che spesso sottopongono i civili a maltrattamenti e abusi.
Lo scorso agosto l’Unione europea ha annunciato un programma di formazione biennale per le forze di sicurezza nella Repubblica Centrafricana. In questo Paese alcuni contingenti europei già svolgono missioni di tipo militare e di polizia come la EUTM RCA (European Union Training Mission in Central African Republic) e la EUFOR RCA (European Union Military Operation in the Central African Republic).
Il conflitto civile nella Repubblica Centrafricana è entrato dal 2016 in una fase di bassa intensità, mentre nel 2019 è stato firmato un accordo di pace a Khartoum tra il governo e 14 gruppi armati.
Questo accordo è stato siglato al fine di difendere gli interessi di specifiche comunità come quelle di tipo religioso, anche se le Nazioni Unite dicono che almeno una dozzina di gruppi armati continuano a combattere per occupare il territorio e sfruttare le risorse.
Nonostante i tentativi di trovare un accordo di pace con i vari gruppi ribelli i membri dell’opposizione e della società civile sono convinti che le elezioni presidenziali e legislative del 27 dicembre 2020 saranno rinviate.