Centrafrica. Tra le polemiche la Russia ha inviato 600 istruttori militari

di Alberto Galvi

La Russia ha recentemente inviato un gruppo di 600 istruttori di cui 200 militari, 200 poliziotti e 200 gendarmi nella Repubblica Centrafricana per addestrare l’esercito, la polizia e la gendarmeria nazionale. Mosca ha notificato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite lo spiegamento a Bangui degli istruttori.
La Russia ha inviato già nel 2018 175 istruttori nel paese lacerato dal conflitto per addestrare l’esercito su richiesta delle autorità locali, e il numero è cresciuto in seguito fino a 235. Altri 300 istruttori sono stati inviati nel paese a causa di un picco di violenza dovuto alle proteste per le elezioni generali dello scorso dicembre.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite gli istruttori militari russi e le truppe locali hanno compiuto repressioni verso i civili usando in modo eccessivo la forza attraverso occupazioni di scuole, uccisioni arbitrarie e saccheggi. L’indagine Onu è iniziata alla fine di dicembre dello scorso anno mostrando che in alcune occasioni la cifra dei mercenari russi presenti nel paese africano raggiungesse le 2.100 unità.
Il Cremlino ha respinto le accuse della partecipazione di militari o paramilitari russi alle uccisioni di civili e alle rapine, ma il rapporto indica che mercenari associati alla compagnia privata Wagner, sospettata di essere vicina al presidente Vladimir Putin, hanno commesso crimini di guerra mentre operavano per rafforzare la figura di Faustin-Archange Touadera, che è stato eletto presidente nel 2016.
Anche se le prove raccolte dagli investigatori dell’Onu sono schiaccianti, Mosca ha respinto il rapporto.
La Russia ha circa 300 truppe dislocate sul territorio e compete con la Francia nell’esercizio della sua influenza nella nazione africana. La Repubblica Centroafricana è impantanata nella violenza ed è cronicamente instabile da quando ha ottenuto l’indipendenza dalla Francia nel 1960.
Gli istruttori russi continueranno il loro lavoro in base alle esigenze delle autorità locali in quanto la sicurezza del Paese non può essere raggiunta senza il loro sostegno, mentre non saranno coinvolti in operazioni di combattimento contro gruppi illegali.