Ciad. Il CMT ha nominato un nuovo governo il cui leader è Albert Pahimi Padacké

di Alberto Galvi

I governanti militari del Ciad hanno nominato un nuovo governo dopo la morte sul campo di battaglia del presidente Idriss Déby, ma esponenti di spicco dell’opposizione hanno respinto le nomine come continuazione di un vecchio ordine che speravano di cancellare. La maggior parte dei ministri del nuovo governo ha ricoperto incarichi sotto Déby. La scorsa settimana il suo alleato, Albert Pahimi Padacké, è stato nominato primo ministro.
La morte di Déby padre il mese scorso in prima linea in una lotta contro i ribelli del nord ha posto fine al suo governo trentennale e ha scatenato una crisi nel paese. Il Ciad è stato sconvolto dalla morte di Idriss Déby, annunciata proprio il giorno dopo essere stato dichiarato vincitore delle elezioni dell’11 aprile. Domenica scorsa la giunta ha annunciato la revoca del coprifuoco notturno introdotto dopo la l’uccisione del presidente.
Mahamat Idriss Déby ha preso il timone del cosiddetto CMT (Transitional Military Council) e ha promesso di tenere le elezioni entro 18 mesi. Il governo sarà composto da 40 ministri e viceministri e ha creato un nuovo ministero per la Riconciliazione nazionale. Il nuovo ministero sarà guidato da Acheick Ibn Oumar, un ex capo ribelle diventato consigliere diplomatico della presidenza nel 2019.
L’ex potenza coloniale francese ha appoggiato il CMT, ma l’opposizione e i ribelli hanno liquidato l’iniziativa come un colpo di Stato e hanno affermato che i militari devono cedere il potere a un governo a guida civile. Un’altra fazione dell’opposizione lo ha invece riconosciuto. Il politico di lunga data dell’opposizione Saleh Kebzabo non è stato nominato nel governo di transizione, mentre due membri del suo partito hanno ricevuto dei portafogli. Un’altra figura dell’opposizione, Mahamat Ahmat Alhabo, sarà ministro della Giustizia.
La scorsa settimana migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro il governo militare, e almeno sei persone sono morte negli scontri con la polizia. L’opposizione ha chiesto un governo di transizione guidato da un presidente civile con un vicepresidente militare.
Déby ha costruito partnership internazionali inviando le sue truppe ben addestrate nei punti problematici della regione, mentre dislocati in tutta la regione come parte degli sforzi internazionali per combattere i militanti islamisti ci sono 5.100 soldati del suo principale alleato nella regione, la Francia, impegnata per contrastare Boko Haram e altri gruppi con legami con al-Qaeda e lo Stato islamico.