Ciad. Si teme una escalation di violenze dopo i recenti attacchi dei Boko Haram

di Alberto Galvi

Nei giorni scorsi l’esercito ciadiano ha perso quasi 100 soldati a causa di un’imboscata dei Boko Haram, facendo di fatto diventare le frontiere del Lago Ciad una zona di guerra, aumentando i timori che i civili possano subire un’escalation di violenza.
Il gruppo jhiadista Boko Haram si è diviso in 2 fazioni a metà 2016. Una fazione è il JAS (Jama’atu Ahlus-Sunnah Lidda’Awati Wal Jihad), che è guidata dal leader di lunga data Abubakar Shekau ed ha promesso fedeltà al leader dell’ISIS Abu Bakr Al-Baghdadi nel marzo 2015.
L’altra fazione è l’ISWAP (Islamic State West Africa Provinc) ed è molto attiva intorno al Lago Ciad, dove il gruppo ha basi di addestramento al confine con il Niger e svolge regolarmente incursioni su basi militari e forze di sicurezza regionali.
Anche il leader dell’ISWAP Abubakar Shekau ha promesso lealtà ad Abubakar al-Baghdadi nel marzo del 2015. Il leader dell’ISWAP è stato però espulso dal gruppo nell’agosto del 2016 e al suo posto è arrivato il più moderato Abu Musab al-Barnawi.
Il lago Ciad è situato nella regione in cui forze del Ciad, della Nigeria e del Niger hanno combattuto negli ultimi 5 anni gli insorti in una campagna congiunta. Più di 2 milioni di persone sono state sfollate a causa delle violenze nel bacino del Lago Ciad, attraverso i suoi confini con Ciad, Nigeria, Niger e Camerun.
Le truppe ciadiane hanno terminato una missione da poco più di un mese contro i Boko Haram nella vicina Nigeria, ritirando un contingente militare di 1.200 persone attraverso il confine comune. L’operazione Yancin Tafki è stata lanciata nel febbraio 2019 dalla MNJTF (Multinational Joint Task Force). Nell’ambito dell’operazione sono state condotte azioni in Nigeria e Niger. Prossimamente altri soldati verranno inviati in Burkina Faso e Mali per combattere i militanti islamisti attivi in ​​tutto il Sahel.
Le forze del Ciad hanno guadagnato una forte reputazione a livello regionale dopo essersi unite alla Francia nella lotta contro i gruppi armati che hanno invaso il nord del Mali nel 2013.
Nonostante gli sforzi per porre fine alla campagna di violenza dei Boko Haram, il gruppo ha intensificato i suoi attacchi negli ultimi mesi. Il Boko Haram ha lanciato una sanguinosa insurrezione nel 2009 nella Nigeria nord-orientale, ma in seguito ha diffuso le sue atrocità al vicino Niger, Ciad e Camerun, provocando una risposta militare. Circa 30 mila persone sono state uccise e quasi 3 milioni di persone sono rimaste sfollate in un decennio di attività terroristiche di Boko Haram in Nigeria.
I contingenti militari occidentali avevano fatto molto affidamento sui soldati del Ciad paese membro della forza congiunta del G5 Sahel insieme a Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger per combattere i militanti jihadisti nella regione, ma il bilancio delle vittime della scorsa settimana ha sollevato qualche preoccupazione.
La situazione del Ciad potrebbe comunque migliorare dal punto di vista della strategia militare visto che da poche settimane l’esercito ciadiano ha un nuovo capo di stato maggiore a comando delle sue forze armate, in sostituzione del tenente generale Taher Erda Tahiro è stato nominato il 30 gennaio 2020 il generale Abakar Abdelkerim Daoud.