
di Simone Chiusa –
Il destino del sud est asiatico è dominato dall’incertezza che va da Taiwan alla penisola coreana: sono molteplici le poste in palio. Di che natura è il rapporto tra Cina e Nord Corea? Come potrà evolvere?
Un’amicizia che dura da oltre 70 anni.
Le relazioni tra Cina e Corea del Nord hanno una lunga storia che risale alla Guerra di Corea negli anni ’50, quando la Cina intervenne per sostenere Pyongyang. Da allora Pechino ha fornito sostegno politico ed economico ai leader nordcoreani successivi. Nonostante alcuni attriti nel corso degli anni, come la decisione della Cina di normalizzare le relazioni diplomatiche con la Corea del Sud nel 1992, i legami tra i due paesi sono rimasti saldi. Nel 2021 i due paesi hanno rinnovato il Trattato di Amicizia, Cooperazione e Assistenza reciproca del 1961 per altri vent’anni, riaffermando la volontà di cooperazione.
Pechino come principale partner economico.
Dal punto di vista economico il mercato cinese rappresenta oltre il 90% del commercio totale della Corea del Nord. Gli scambi tra i due paesi sono aumentati di dieci volte tra il 2000 e il 2010, raggiungendo un picco di 6.86 miliardi di dollari nel 2014 (dati KOTRA). I rapporti hanno subito un’inversione di rotta nel 2016, quando la Cina ha votato a favore delle sanzioni imposte dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Tuttavia lungo il confine è continuato uno scambio non ufficiale di beni. Pechino inoltre fornisce importanti aiuti alla Corea del Nord, specialmente nel settore alimentare ed energetico, nel quale Pyongyang è estremamente carente. Xi Jinping negli scorsi anni ha investito molto nel commercio con la Corea del Nord. Nel 2015 è stata inaugurata una rotta di trasporto per facilitare l’esportazione di carbone verso la Cina.
Le priorità di Pechino.
La Cina vede la stabilità nella penisola coreana il suo interesse primario. La Nord Corea, infatti, funge da cuscinetto con la Corea del Sud, sede di 28.500 militari statunitensi.
Un’altra ragione che spinge il governo cinese a collaborare con Pyongyang è lo spettro dell’immigrazione. Se il regime nordcoreano dovvesse collassare, un’ondata di disperati attraverserebbe il confine per cercare riparo. Tuttavia, in ogni teatro in cui opera, la Cina ha sempre adottato un comportamento bilanciato. Pechino, infatti, mantiene stabili rapporti anche con la
Corea del Sud. La Cina è stata il principale partner commerciale di Seoul nel 2022, riuscendo così a mantenere stabile la propria influenza nella regione.
Alleanza militare?
Il trattato sino-nordcoreano del 1961 afferma che la Cina è tenuta ad intervenire a fianco della Corea del Nord in caso di aggressione non provocata. Tuttavia Pechino pare intenzionato a ritrattare tale clausola, lasciando anche intendere che se Pyongyang iniziasse un conflitto non entrerebbe a suo sostegno.
Le relazioni tra Corea del Nord e Cina sono indiscutibilmente influenzate dagli Stati Uniti. Washington e Pechino concordano sulla necessità di denuclearizzare Pyongyang, tuttavia le sanzioni americane alimentano il malcontento della Cina, che vede minati i propri interessi nella penisola coreana. Inoltre, dopo l’incontro a Washington tra il presidente Biden e il suo omologo sudcoreano, la presenza americana in Sud Corea si è rafforzata, generando preoccupazioni a Pechino.
Taiwan la possibile chiave di volta?
Le parate militari e i test missilistici di Kim Jong Un si uniscono al clima di tensione che aleggia sopra la questione di Taiwan. Il sud est asiatico è instabile e sono molteplici le poste in palio. Nord Corea e Cina hanno priorità e obiettivi ben diversi, tuttavia una cosa li accomuna: l’avversione per gli Stati Uniti.
Il countdown fissato al 2025 per riprendersi Taiwan si avvicina, potrebbe essere questo a spostare sul piano militare le relazioni tra Pechino e Pyongyang?