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Cina ed Usa continuano ad avvitarsi nella diatriba sui dazi, che rischia di scoppiare da un momento all’altro in una vera e propria guerra economica. Se una decina di giorni fa il presidente Usa Donald Trump aveva annunciato la sospensione di nuovi dazi del 10% su una parte dei 300 miliardi di beni importati dalla Cina, il governo di Pechino si è spinto avanti annunciando l’imposizione di nuove sovrattasse sui beni made in Usa tra il 5% e il 10% su 75 miliardi di dollari per una serie di prodotti, e del 25% sulle auto (230mila all’anno) e sulla componentistica. Non si tratta di una mazzata per l’economia statunitense, ma parte della produzione sta cominciando a risentirne in modo più o meno forte, a cominciare dai produttori di soia e di carne di maiale.
L’interscambio dei due paesi nel 2018 era pari a 737 miliardi, seppure con lo sbilanciamento accusato da Trump, cioè importazioni negli Usa per 557,9 miliardi ed esportazioni in Cina 179,3 miliardi, ma è certo che la politica del capo della Casa Bianca sta sviluppando il paventato effetto collaterale sull’economia americana.
Trump intanto ha fatto sapere che “non abbiamo bisogno della Cina”, e che presto saranno introdotti innalzamenti dei dazi dal 10 al 15% su 300 miliardi di beni già presi di mira dalla sovratassazione.