Cina. Il Pentagono vigila sul rafforzamento militare cinese

di Francesco Cirillo

Bombardieri cinesi capaci di colpire bersagli statunitensi come la base di Guam ed altri obiettivi di Washington di stanza nel Pacifico. Lo afferma un rapporto pubblicato il 16 agosto dal dipartimento della Difesa Usa dove viene confermato il consolidamento delle capacità militari cinesi in campo aeronautico. Per il Pentagono negli ultimi tre anni Pechino ha conseguito le capacità di estendere il raggio d’azione dei suoi bombardieri strategici, addestrando gli stessi piloti nel localizzare bersagli militari statunitensi dislocati nell’oceano Pacifico.
Il Pentagono rimane vigile sulle attività militari cinesi e sulla sua capacità di consolidare le sue forze militari che destano preoccupazione tra i vertici militari di Washington. Lo scorso anno bombardieri strategici di Pechino H-6K avevano sorvolato le acque del Pacifico, a poche miglia da Okinawa, isola del Giappone dove sono dislocate circa la metà delle forze statunitensi di stanza nel Giappone (47 mila soldati). Nel rapporto del Pentagono viene descritta la possibilità che Pechino possa estendere ulteriormente il raggio d’azione dei suoi bombardieri al di fuori della prima catena di isole, limite difensivo per le forze militari cinese, sino alla base americana di Guam dove sono stanziati 7mila soldati statunitensi.
Nel rapporto viene segnalato che la Cina ha continuato a rafforzare le infrastrutture militari realizzate sulle isole occupate, in particolare su quelle della Paracel e su quelle delle Spratly; nel 2017 però Pechino non ha adottato nessun nuovo territorio nel Mar Cinese Meridionale.
Il Rapporto segnala che Pechino sta sviluppando diversi scenari politico-militari per un’ipotetica invasione di Taiwan. Gli scenari di wargames cinesi vanno dal blocco navale ed aereo dell’Isola a quello di una massiccia invasione terrestre del territorio taiwanese. Lo stesso dipartimento della Difesa Usa ha affermato che in caso Washington decidesse di accorrere in aiuto di Taipei, Pechino ritarderebbe il tentativo di invasione per portare lo scontro in un terreno di guerra limitata ma intensa.