Cina. Introdotto il passaporto vaccinale

di Alberto Galvi

La Cina è uno dei primi paesi al mondo a rilasciare un passaporto vaccinale attraverso un programma di certificati sanitari ideato per i cittadini cinesi che viaggiano all’estero.
Il certificato digitale mostra lo stato di vaccinazione contro il Covid-19 di un utente e i suoi risultati del test sugli anticorpi del virus. Questo è disponibile per i cittadini cinesi tramite un programma sulla piattaforma di social media cinese WeChat. Attraverso un codice QR crittografato il programma cinese consente alle autorità di ciascun paese di ottenere informazioni sulla salute dei viaggiatori.
Un portavoce del ministero degli Esteri cinese ha specificato che il certificato è ancora in fase di rilascio e sarà disponibile anche in formato cartaceo per aiutare a promuovere la ripresa economica mondiale e facilitare i viaggi transfrontalieri, ed è attualmente destinato esclusivamente ai cittadini cinesi anche, se non è ancora obbligatorio.
Inoltre non ci sono indicazioni se le autorità di altri paesi ne terranno quando i viaggiatori cinesi vi si recheranno. Paesi come gli Usa, Francia, Germania, Italia, Giappone e Regno Unito stanno valutando opzioni simili, mentre l’Unione Europea sta lavorando ad una green pass vaccinale che consentirebbe ai cittadini di viaggiare tra i Paesi membri e all’estero.
Più di 60 paesi hanno approvato l’uso di vaccini cinesi, a dimostrazione della loro sicurezza ed efficacia. Altri Paesi come Corea del Sud, Singapore e Thailandia hanno avviato negoziati sulla fattibilità, mentre è nella fase iniziale il riconoscimento reciproco tra Cina, Hong Kong e Macao.
Non ci sono inoltre informazioni sui Paesi con cui la Cina sta lavorando per ottenere il riconoscimento del passaporto sanitario, inoltre tutti i viaggiatori in arrivo in Cina, compresi i suoi cittadini, sono tenuti entro un periodo di 14 giorni prima del viaggio a fornire risultati negativi ai test.
Il sistema ha però suscitato preoccupazioni sulla privacy e si teme che segni un’espansione della sorveglianza del governo, anche se è possibile adottare misure tecniche per limitare l’accesso ai dati raccolti attraverso il meccanismo di riconoscimento reciproco.