di Giuseppe Gagliano –
All’Air Show di Zhuhai è stato presentato il drone cinese “Jiu Tian”, concentrato di tecnologia che rappresenta un ulteriore passo nella strategia della Cina di consolidare la propria supremazia militare nella regione dell’Indo-Pacifico. Questo drone pesante, progettato per fungere da “nave madre” capace di lanciare sciami di droni, potrebbe rivoluzionare le capacità operative dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA), estendendo il raggio d’azione delle missioni di sorveglianza, ricognizione e guerra elettronica. La capacità di lanciare e recuperare droni a mezz’aria consente una flessibilità senza precedenti, rendendo queste piattaforme ideali per operazioni di intelligence e attacchi mirati, in un contesto in cui la guerra moderna si basa sempre più sull’uso di tecnologie autonome e sistemi d’arma a controllo remoto. L’incremento di tali capacità da parte della Cina non è solo una risposta al ruolo crescente dei droni nei conflitti contemporanei, come dimostrato dalla guerra in Ucraina, ma rientra anche nella più ampia strategia di proiezione di potenza della Cina sullo scacchiere globale.
Sul piano politico la presentazione di questa nuova tecnologia avviene in un momento in cui Pechino sta cercando di rafforzare la sua posizione di leadership militare e tecnologica, soprattutto in vista delle tensioni con gli Stati Uniti e i loro alleati nella regione indo-pacifica. Il fatto che il drone “Jiu Tian” sia stato progettato dalla Aviation Industry Corporation of China (AVIC), un’azienda statale, sottolinea come Pechino stia accelerando gli investimenti nell’innovazione militare per contrastare l’influenza occidentale. Allo stesso tempo, il dispiegamento di droni autonomi con capacità di sciami è un segnale forte per le potenze rivali: la Cina sta sviluppando sistemi d’arma avanzati che possono eludere le difese aeree convenzionali e infliggere danni significativi in teatri di guerra asimmetrici.
Strategicamente il potenziale di un drone in grado di fungere da centro di comando volante rappresenta un cambio di paradigma. Gli eserciti che possono schierare droni dalla “nave madre” guadagnano un vantaggio decisivo nella guerra moderna, estendendo la portata delle operazioni senza dipendere da basi aeree fisse, vulnerabili agli attacchi. Ciò fornisce alla Cina un’importante leva non solo nel Mar Cinese Meridionale, dove le tensioni territoriali sono in aumento, ma anche in scenari globali dove Pechino potrebbe voler proiettare potenza senza compromettere direttamente le proprie forze terrestri. Inoltre, questa innovazione potrebbe stimolare una corsa agli armamenti tecnologici, con altri Paesi che si vedranno costretti a sviluppare contromisure avanzate per contrastare la minaccia degli sciami di droni.
La presentazione del drone “Jiu Tian” è molto più di un semplice esercizio di esibizione tecnologica: si tratta di un messaggio chiaro al mondo sull’ambizione della Cina di dominare il campo della guerra moderna. Mentre le potenze occidentali continuano a dibattere su come contrastare l’ascesa della Cina, Pechino sta rapidamente colmando il divario tecnologico, ponendosi come un attore centrale non solo nel contesto regionale, ma anche nel teatro geopolitico globale.