Cina. Proteste a Hong Kong contro la legge sulla sicurezza nazionale

di Alberto Galvi

Nella giornata di ieri la polizia hongkonghese ha sparato gas lacrimogeni contro centinaia di persone che protestavano nel centro della città contro il disegno di legge che Pechino vuole approvare con l’obiettivo di imporre una legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong.
L’approvazione di questa nuova legge molti temono che porterà alla fine delle libertà per i cittadini hongkonghesi. La prossima settimana tale risoluzione sarà votata e probabilmente approvata. Solo in seguito verrà trasformata in un vero e proprio progetto di legge.
Le tensioni tra Hong Kong e il governo di Pechino stanno ormai continuando da più di un anno e in questo lasso di tempo più di 8.300 persone sono state arrestate.
Per i prossimi giorni la polizia ha già avvertito che interverrà contro qualsiasi manifestazione illegale, in nome delle restrizioni che vietano gli incontri pubblici a cui possono partecipare al massimo 8 persone, imposte contro il Covid-19.
La parte di questa legge ancora in fase di discussione che preoccupa maggiormente i cittadini di Hong Kong, riguarda la possibilità da parte del governo di Pechino di istituire a Hong Kong personale cinese responsabile della difesa della sicurezza nazionale. Ciò significa che la Cina potrebbe avere le proprie forze dell’ordine a Hong Kong, insieme a quelle cittadine.
Le persone sono preoccupate che ciò influisca sul diritto alla libertà di parola e di protesta, che è attualmente legale a Hong Kong.
In Cina, attività come questa sono considerate sovversive. Una delle grandi paure dei cittadini hongkonghesi è che il sistema giudiziario della Regione amministrativa speciale diventi come quello cinese limitando molto la libertà delle persone.
Per questa ragione le persone si rendono conto come una limitazione della libertà influirà sulla attrattiva di Hong Kong come potenza economica.
Hong Kong è tornata cinese nel 1997 dopo 50 anni di autonomia con lo status di Regione amministrativa speciale che gli era stata garantita dall’amministrazione coloniale britannica.
Negli anni il governo cinese ha tentato di imporre le sue leggi a Hong Kong, la quale ha reagito con proteste di massa che hanno costretto le autorità a rinunciare alla legge sulla sicurezza nazionale nel 2003 e più recentemente alla legge sulla estradizione, che hanno scatenato lo scorso anno delle imponenti manifestazioni di dissenso.
Queste nuove proteste avranno sicuramente delle ripercussioni sul governo cinese, in quanto i legami con Washington si sono ulteriormente deteriorati dallo scoppio del Covid-19.
Negli anni scorsi il presidente americano Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping si sono scontrati già su altre questioni come quella dei diritti umani, dei dazi doganali e il sostegno degli Stati Uniti a Taiwan.
Hong Kong è sempre servita da tramite alle imprese cinesi per l’accesso agli investimenti internazionali e al sistema finanziario globale.
Dall’altra parte la Regione amministrativa speciale ha avuto un ruolo chiave per molte aziende internazionali che vogliono fare affari in Cina, ma che cercano anche la protezione di un sistema giudiziario indipendente.
Nonostante ciò, Pechino ha deciso di riportare Hong Kong sotto il suo stretto controllo, procurandogli danni nelle relazioni internazionali tra Stati e in quelle economiche.