Cina. Virus Wuhan: 81 morti, una decina di città isolate

di Guido Keller

Continua a destare allarme in Cina, ma non solo, l’epidemia del coronavirus ribattezzato “Virus di Wuhan”, dal nome della città epicentro dell’infezione. I virologi ritengono che ci vorranno da uno a tre mesi per arrivare ad un vaccino, mentre i decessi sono saliti a 81 tra cui due medici impegnati nelle cure a Wuhan, ed i contagiati quasi a 2700 di cui centinaia gravi.
In Cina le autorità stanno mettendo in atto misure drastiche per contenere il dilagarsi dell’infezione, tanto che una decina di città per un totale di 41 milioni di abitanti sono state messe in quarantena e gradualmente stanno chiudendo al pubblico biblioteche, musei e strutture con altra frequentazione come lo Shanghai Disneyland. Interdetti ai visitatori anche alcuni tratti della Grande Muraglia nel tentativo di evitare i grandi assembramenti di persone, mentre l’amministrazione di Wuhan ha disposto la sospensione dei trasporti pubblici. Proprio a Wuhan decine di ruspe sono al lavoro per costruire a tempi di record, si è parlato di 10 giorno un ospedale da mille posti letto, e già sono partiti i lavori per realizzarne un secondo.
Il presidente della Repubblica Popolare, Xi Jinping, ha parlato di “situazione grave” per via “dell’accelerazione” con cui si sta espandendo l’infezione, e garantendo le capacità della Cina di “vincere il virus” ha indetto la riunione del Comitato permanente dell’ufficio politico del Partito Comunista Cinese, cioè dei sette uomini che guidano la nazione.
Ancora non è certa la via di contagio dall’animale all’uomo, forse i vettori sono stati i pipistrelli e da questi ai serpenti, poi a Wuhan, città della Cina centrale che conta oltre 11 milioni di abitanti, sarebbe passato all’uomo in un mercato di animali vivi, realtà questa molto comune nel paese orientale. Da lì si è diffuso da uomo a uomo per via aerea, ed ora si registrano casi accertati dal Brasile agli Usa, dalla Malesia al Giappone, ma casi sospetti sono segnalati un po’ ovunque, anche in Gran Bretagna, in Francia e a Shangai, mentre il caso di polmonite registrato ieri al Policlinico di Bari si è poi rivelato non essere dovuto al coronavirus di Wuhan. E’ stata azzardata da alcuni media l’ipotesi, tutta da dimostrare ed al momento senza indizi, di una fuga del virus dal laboratorio di massimi livelli di contenimento e protezione (in grado di resistere ai terremoti di magnitudo 7, di Wuhan.
Intanto i virologi di tutto il mondo sono alla ricerca di un vaccino dopo che il genoma del virus è stato inserito sulla banca GeneBank, ed il professore Thomas Ksiazek del Galveston National Laboratory, che è tra l’altro uno dei massimi esperti di Ebola, ha spiegato all’Agi che “Il materiale su cui lavorare sta emergendo ora. Siamo nella fase iniziale. Si può cominciare con le sequenze ma per trovare il vaccino è preferibile avere il virus autentico in laboratorio”, e che “Ci aspettiamo altri casi, per ora sembra che questo virus stia seguendo il tracciato della Sars. Si trasmette da uomo a uomo e questo è preoccupante”.