Cipro. L’Italia manda la fregata Martinengo per tutelare le concessioni di gas

Braccio di ferro con la Turchia di Erdogan per le Zone economiche di competenza.

di Enrico Oliari

Nel febbraio dello scorso anno la Turchia aveva bloccato nelle acque di Cipro la nave esplorativa italiana Saipem 12000, che non potendo lì operare era stata poi trasferita in Marocco. In seguito le autorità turche avevano disposto imponenti esercitazioni navali in prossimità delle acque di Cipro, e “Scopo dell’esercitazione – aveva spiegato il ministro della Difesa Hulusi Akar – è quello di mostrare la determinazione e la preparazione al fine di garantire la sicurezza, la sovranità e i diritti marittimi della Turchia”.
Nelle tensioni crescenti, “Gli Stati Uniti – aveva fatto sapere il dipartimento di Stato di Washington – sono molto preoccupati l’iniziativa della Turchia di compiere perforazioni perlustrative in un’area rivendicata dalla Repubblica di Cipro come zona economica esclusiva”.
Nell’area l’italiana Eni e la stessa Italia hanno interessi, ma il neo-ottamanesimo di Recep Tayyp Erdogan considera tutto il circondato, compreso il Levante, come una propria zona di competenza, tanto che di recente la Libia di Fayez al-Serraj e la Turchia hanno stretto un accordo sulle Zone economiche esclusive senza tener conto degli altri attori dell’area. Anche in quest’ottica si spiega il sostegno che la Turchia sta dando al governo “di Tripoli” nel contrastare l’offensiva del generale “di Tobruk” Khalifa Haftar.
L’impostazione di Erdogan di una zona di mare come propria va in conflitto con accordi e regolamenti internazionali assunti in passato, ma anche con le concessioni fatte dall’europea Repubblica di Cipro all’Italia per la ricerca di gas e la perforazione dei ricchi fondali in quella che è la propria zona di competenza. Erdogan considera la Repubblica di Cipro come secessionista dalla Repubblica Turca di Cipro, per cui vede le acque della prima come territorio integrante della seconda: solo Ankara riconosce la parte settentrionale dell’isola come stato indipendente, mentre due risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu, la 541 (1983) e la 550 (1984), hanno sancito l’inesistenza di tale nazione.
Come se non bastasse, dopo aver cacciato la Saipem 12000 la Turchia ha inviato nelle acque concesse all’Eni e alla francese Total proprie navi-piattaforma per la ricerca del gas, ma le evidenti incongruenze che il presidente turco ha portato nel proprio bagaglio al recente vertice Nato di Londra, dall’invasione del nord della Siria all’acquisto de missili S-400 dalla Russia (pensati per abbattere gli F-35 della Nato di cui la Turchia è paese membro), hanno probabilmente aperto uno squarcio nell’alleanza stessa, non a caso definita “in stato di morte cerebrale” dal presidente francese Emmanuel Macron.
Fatto sta che per dare seguito ai propri interessi Roma ha inviato nell’area la fregata Federico Martinengo, classe Fremm, insieme ad altre nove unità navali al fine di dimostrare di essere in grado di tutelare i propri diritti e i propri interessi, un esempio che a breve potrebbe essere seguito dai francesi e non solo, proprio per dare un segnale al “sultano”. Già la Francia ha firmato con la Repubblica di Cipro un accordo per la concessione di una base sull’isola, come neppure bisogna dimenticare che basi britanniche sono presenti a Akrotiri e Dhekelia, territori d’Oltremare posti sulla parte meridionale e orientale dell’isola.
Le navi italiane dovrebbero giungere nell’area operativa già domani

La fregata Federico Martinengo. (Foto: Ministero della Difesa).