Comore. Il paese africano ha avuto il suo primo caso di contagio da COVID-19

di Alberto Galvi – 

Lo scorso 30 aprile è stato registrato nelle isole Comore il primo caso di contagio da Covid-19. Le Comore, un arcipelago vulcanico al largo delle coste dell’Africa orientale, insieme al Lesotho erano gli unici due paesi del continente senza casi di coronavirus.
Il primo caso di Covid-19 sulle isole Comore riguarda un uomo di circa 50 anni che entrò in contatto con un cittadino franco-comoriano dopo un recente viaggio in Francia. Le sue condizioni di salute, secondo fonti mediche, stanno comunque gradualmente migliorando.
Precedentemente, anche a causa della mancanza di test, nessuna infezione era stata ancora segnalata nel paese, nonostante un allarme a metà marzo.
Il governo aveva adottato misure preventive, che erano state però ritenute insufficienti. A febbraio, alcuni viaggiatori sono stati posti in regime di quarantena, mentre sono state vietate le riunioni di oltre 20 persone e chiuse le scuole e i luoghi di culto, nonostante ci si trovi in periodo di Ramadan.
Il presidente delle Comore, Assoumani, del partito CRC (Convention for the Renewal of the Comoros) ha affermato che la priorità sarebbe ora quella di proteggere il sistema sanitario dal rischio di aumento dei pazienti malati di Covid-19, il che costringerebbe il governo ad adottare misure ancora più restrittive per proteggere la popolazione di circa 832.000 abitanti.
Mentre altri paesi africani che sono stati colpiti precedentemente dalla epidemia di coronavirus, adesso si stanno preparando a tornare alla normalità le Comore sono ancora all’inizio della crisi, per cui il governo, la scorsa settimana, ha imposto il coprifuoco tra le ore 20:00 e le 5:00 e chiuso i confini.
Il presidente Assoumani ha affermato di non aver imposto un blocco completo perché la maggior parte della popolazione vive di un lavoro informale, rendendo molto difficile prevedere il completo confinamento senza rischiare un dramma sociale ed economico.
Mentre ci si prepara ad un’impennata dei casi, nel continente africano ci sono 10 nazioni che nei loro reparti di terapia intensiva non hanno ventilatori, questi paesi sono in difficoltà nell’approvvigionamento di molte delle attrezzature mediche necessarie per affrontare la crisi; per questa ragione è stata creata una piattaforma di acquisto congiunta sotto l’egida dell’Unione africana.
Con questo sistema i paesi africani potranno migliorare il loro potere negoziale rispetto a nazioni più ricche come quelle dell’Unione europea o gli Stati Uniti.
Nel frattempo i funzionari africani cercano soluzioni per arginare il contagio che ha superato i 25.000 casi noti, sebbene la pandemia nel continante sia in una fase meno avanzata a causa della ridotta quantità di arrivi di persone dall’Asia, dall’Europa e dal Nord America, le zone del mondo dove ci sono più cittadini contagiati.
Le severe misure precauzionali adottate da alcuni governi non riescono comunque a far fronte alla vulnerabilità delle loro economie.
Le Comore, per esempio, hanno poche risorse naturali e per questa ragione subiscono una forte dipendenza da sovvenzioni e assistenza tecnica straniere, mentre gli spostamenti sulle sue tre isole sono ostacolati da infrastrutture di trasporto inadeguate.