Consiglio europeo. Migranti: cooperazione e accordi di partenariato con i paesi di transito e di origine

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Il Consiglio europeo riunitosi a Bruxelles è intervenuto sul tema dei migranti, cosa che non accadeva dal 2018, chiedendo alla Commissione il rifinanziamento dei progetti rivolti ai profughi siriani ospitati in Turchia, Libano, Giordania ed in altre parti della regione.
Ha poi chiesto “azioni immediate e concrete” per proteggere i confini esterni attraverso aiuti economici sia ai paesi di transito che a quelli di partenza, ma è stata rinviata l’attesa discussione sulla riforma dell’accordo di Dublino, il quale prevede che il migrante sia gestito nel paese di primo approdo.
I Ventisette hanno poi invitato la Commissione a utilizzare “nei modi migliori” almeno il 10% dei fondi dell’Ndici, lo strumento di vicinato e di cooperazione, nonché i finanziamenti di altri strumenti in tema, ponendo l’ultimatum di novembre per conoscere come intenderà muoversi l’ufficio di Ursula von der Leyen.
Per i capi di Stato e di governo è quindi necessario incentivare la cooperazione attraverso trattati con i paesi terzi al fine di contrastare l’immigrazione con un approccio pragmatico, flessibile e su misura, in modo coordinato e collaborativo con l’Unhcr e l’Oim. Il piano “dovrà affrontare tutte le rotte e basarsi su un approccio globale, affrontando le cause profonde, sostenendo i rifugiati e gli sfollati nella regione, sviluppando capacità di gestione della migrazione, sradicando il contrabbando e la tratta, rafforzando il controllo delle frontiere, cooperando in materia di ricerca e soccorso, affrontando la migrazione legale nel rispetto delle competenze nazionali e garantendo il rimpatrio e la riammissione”.
I Ventisette hanno poi espresso una condanna nei confronti di quei paesi (e qui il dito è puntato verso la Turchia) “che strumentalizzano i migranti a fini politici”.