Conte chiude i Mediterranean Dialogues 2018

Notizie Geopolitiche

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte fa chiuso oggi a Roma presso l’Hotel Parco dei Principi la Conferenza MED – Mediterranean Dialogues 2018.
Giunta alla quarta edizione, la conferenza rappresenta ormai un hub globale per la creazione di un fecondo terreno di confronto, fiducia e comprensione reciproca tra i vari attori della regione. In un’ottica di costruzione di un’agenda positiva che riesca a ridare centralità al Mediterraneo hanno partecipato a MED2018 oltre 40 tra presidenti, primi ministri, ministri e rappresentanti di organizzazioni internazionali e oltre mille leader del mondo dell’economia, della politica e della cultura provenienti da più di 50 Paesi.
OPggi sono intervenuti tra gli altri David Hale, sottosegretario di Stato Usa agli Esteri, Staffan de Mistura, inviato speciale Onu per la crisi siriana, e Rached Ghannouchi, leader del movimento tunisino Ennahda.
I lavori sono stati aperti giovedì alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, da ministro degli Esteri Enzo moavero Milanesi, e da Barham Salih, presidente dell’Iraq.
Alla conferenza partecipato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov; il ministro della Difesa Elisabetta Trenta; Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim al-Thani, vice premier e ministro degli Esteri del Qatar; Giampiero Massolo, presidente Ispi; Mohammad Javad Zarif, ministro degli Esteri dell’Iran; Jens Stoltenberg, segretario generale Nato; Riyad al-Malki, ministro degli Esteri della Palestina; Ayman al-Safadi, ministro degli Esteri della Giordania; Yuli-Yoel Edelstein, presidente della Knesset (Israele); Ahmed Aboul Gheit, segretario generale della Lega Araba; Carmelo Abela, ministro degli Esteri di Malta; Tarek el-Molla, ministro egiziano delle Risorse petrolifere; Claudio Descalzi, Ceo di Eni; Alessandro Profumo, Ceo di Leonardo; Sayyid Badr bin Hamad al-Busaidi, segretario generale del ministero degli Esteri dell’Oman.
Tra i temi chiave della tre giorni spiccano la necessità di consolidare gli equilibri regionali per ridurre il rischio di tentazioni egemoniche, la sicurezza comune e gli strumenti per contrastare un eventuale ritorno di strategie terroristiche e stragiste, la gestione dei flussi migratori, il nodo delle sanzioni, i nuovi scenari energetici, il ruolo della religione nell’area, i cambiamenti indotti dalla tecnologia e dalla rivoluzione digitale nonché la delicata evoluzione del commercio internazionale nella regione. Un focus particolare sarà dedicato ad alcuni paesi che vivono situazioni molto delicate – per quanto molto diverse – come Libia, Siria, Yemen, Palestina, Iran e Tunisia. Centrale è stata l’analisi sui pilastri della politica mediorientale di Trump per i prossimi due anni.
A rafforzare il contributo di idee e proposte sono stati anche organizzati nei mesi scorsi 10 incontri preparatori (Towards MED) realizzati a Bruxelles, Firenze, Istanbul, Londra, Milano, Mosca, Rabat, Tunisi e Washington. Inoltre 10 Forum Pre-MED si sono tenuti il 21 e 22 novembre, coinvolgendo target e partner specifici.