Corea del Nord. Congresso del partito: Kim ammette lo sfacelo economico e lancia le nuove misure

di Alberto Galvi

Il presidente della Corea del Nord Kim Jong-un ha aperto a Pyongyang l’ottavo congresso del WPK (Workers’ Party of Korea). Il leader nordcoreano ha ammesso che le sue politiche economiche nel quadro della strategia quinquennale stabilita nel 2016 hanno in gran parte mancato l’obiettivo. 
La difficile situazione economica della Corea del Nord è stata aggravata da disastri naturali mentre lottava con gli effetti a catena della pandemia di coronavirus, ed ovviamente dalle sanzioni internazionali imposte in risposta ai suoi programmi missilistici balistici e nucleari, che hanno compiuto rapidi progressi sotto la guida di Kim. 
In questo congresso il governo dovrebbe definire un nuovo piano economico e politico. Questo è il primo incontro del genere in cinque anni, solo l’ottavo nella storia della Corea del Nord e arriva a poche settimane prima dell’insediamento del presidente eletto degli Usa Joe Biden. 
Le relazioni con gli Usa si sono bloccate da quando i colloqui tra il presidente Donald Trump e Kim si sono interrotti quasi due anni fa, dopo il crollo del vertice di Hanoi all’inizio del 2019 sulla riduzione delle sanzioni.  
Tenendo il congresso prima che Biden entrasse in carica, Kim si è mostrato preoccupato che il nuovo presidente optasse per fare pressione sul regime di Pyongyang affinché intraprendesse passi significativi verso la denuclearizzazione.
Pyongyang è sottoposta a crescenti pressioni, poiché la pandemia di coronavirus ha portato alla chiusura delle frontiere e alla sospensione dei voli internazionali, mentre le inondazioni estive hanno messo a dura prova la sua debole economia.  
La Corea del Nord ha sofferto negli anni di una cattiva gestione economica e di un piano che è stato cancellato all’inizio dello scorso anno, con una riunione del partito ad agosto.
A ottobre Kim aveva ordinato di rilanciare l’economia in vista del congresso di gennaio, orari di lavoro extra lunghi e compiti aggiuntivi per i lavoratori, in un disperato tentativo di mostrare un fronte unito, mentre il Paese stava entrando in un altro anno di incertezza economica e di isolamento internazionale.