Corea del Nord. Gli Usa fanno le esercitazioni e Kim lancia ancora missili

Lo scoglio della denuclearizzazione. E quella pace fra le due Coree che non piace a Trump.

di Enrico Oliari –

Ancora missili. Nel momento in cui la Corea del Sud e gli Usa hanno ripreso le annuali manovre militari, il regime nordcoreano guidato dal Kim Jong-un ha provveduto al quinto lancio di missili balistici a corto raggio, inabissatisi come i precedenti nel Mar del Giappone. Gli uffici militari sudcoreani hanno riportato che i due vettori sono stati sparati dalla provincia dello Hamgyong Meridionale tra le 5.00 e le 6.00 di mattina, e che hanno volato per circa 400 km ad un’altezza di 48 km.
La ripresa dell’attività missilistica nordcoreana è comunque meno consistente rispetto a quella degli anni passati nell’evidente tentativo di salvare il dialogo aperto con la Casa Bianca, basti pensare che nel 2017 vi era stato l’ultimo dei 6 test nucleari condotti dal regime. Tuttavia i tre incontri di Kim con Donald Trump non hanno fino ad oggi prodotto nulla di concreto, poiché a senso unico, ovvero con gli Usa che vorrebbero il cedimento della sola Corea del Nord. Trump vuole insomma una vittoria senza compromessi facendo leva sulle sanzioni che stanno strangolando il paese, e soprattutto pretende la denuclearizzazione della Corea del Nord. Kim si è detto disponibile a togliere testate atomiche, test all’uranio e quant’altro dal suo paese, ma ritiene che tutta la penisola vada denuclearizzata.
Tale elemento di maggior frizione è lo scoglio insormontabile che impedisce il raggiungimento di un accordo, ma va ricordato che la Corea del Nord e la Corea del Sud sono ancora ufficialmente in guerra in quanto non è mai stata firmata la pace dal conflitto 1950 – 1953, ed allora era stato sottoscritto semplicemente un armistizio tra le forze Onu a guida Usa (in rappresentanza della Corea del Sud), la Cina e la Corea del Nord. Contestualmente almeno due volte all’anno Usa, Corea del Sud ed altri paesi compiono esercitazioni congiunte praticamente sotto la porta del nemico, ed al confine del 38mo parallelo sono ancora oggi stanziati 33mila militari statunitensi nonché armi di ogni genere.
A Trump serve mantenere missili ed armamenti in Corea del Sud per la sua posizione strategica utile per contrastare sia la Cina che la Russia orientale, anche questa confinante con la Corea del Nord, ma la mancanza della pace con la Corea del Sud ed il contrasto ideologico, sociale ed economico tengono i due paesi della penisola sostanzialmente in stato di guerra, e quella che si sta chiedendo a Kim è semplicemente la resa incondizionata. E’ quindi Trump che sta facendo naufragare i tentativi di firmare la pace della guerra 1950 – 1953 avanzati dal presidente sudcoreano Moon Jae-in, che ha incontrato Kim in diverse occasioni: denuclearizzare la penisola significherebbe per gli Usa perdere una posizione strategica importante. E non è certo qualche missile lanciato in mare a preoccupare Donald Trump, il quale ha commentato semplicemente che “stiamo monitorando la situazione”.