Corea del Nord. Kim fa sfilare il nuovissimo Hwasong-17 a combustibile solido

di Alberto Galvi

La Corea del Nord non molla la presa e continua nella retorica dello sfoggio di armi e armamenti finalizzato alla dialettica interna, al mostrare il muscoli alla vicina Corea del Sud e soprattutto a esercitare una pressione su scala internazionale per ammorbidire le sanzioni.
Sul primo punto, cioè sulla dialettica rivolta alla popolazione, è dato poco da sapere in quanto il paese continua ad essere impenetrabile alla libera informazione e non vi sono notizie aggiornate sul dissenso o sulla persecuzione degli oppositori al sistema monopartitico.
L’atteggiamento belligerante del regime verso il vicino a sud si spiega con il fatto che la Corea del Nord si trova ancora ufficialmente in guerra con la Corea del Sud, in quanto non è mai stata firmata la pace dal conflitto 1950 – 1953. Contestualmente gli Usa mantengono nelle proprie basi in Corea del Sud circa 33mila militari, da anni vengono compiute esercitazioni navali e militari e soprattutto lì gli Usa hanno installato armi di ogni genere, in pratica sotto la porta di casa del nemico.
Su Pyongyang continuano tuttavia a pesare le sanzioni, ed è questa la prima preoccupazione del leader Kim dal momento che il paese dipende dagli aiuti cinesi per far fronte alle esigenze basilari della popolazione, costretta alla miseria specialmente nelle zone rurali. L’intento del regime è quello di tenere alta la posta per tornare a trattare il ritiro delle sanzioni in cambio della riduzione degli armamenti, ma se l’ex presidente Usa Donald Trump aveva tentato la via del compromesso, senza successo per le troppe pretese di Kim, l’attuale inquilino della Casa Bianca ha preferito semplicemente ignorare il “Rocket-man”, come lo aveva definito il predecessore.
Così tra le urla ai megafoni lungo il confine, i palloncini propagandistici e i lanci di missili (gli ultimi alla fine di dicembre, mentre a novembre uno era finito nelle acque giapponesi di Hokkaido), il regime di Kim ha tenuto l’ennesima parata notturna di soldati e armamenti.
Durante la cerimonia per il 75mo anniversario della fondazione dell’esercito sono sfilati per le vie della capitale Pyongyang 11 nuovi missili intercontinentali Hwasong-17, in grado di portare testate atomiche, e numerosi missili tattici, un evento a cui ha preso parte lo stesso presidente Kim Jong-un accompagnato dalla moglie Ri Sol-ju Ju e dalla figlia Kim Ju-ae.
L’esibizione militare arriva dopo settimane di preparativi che hanno coinvolto un gran numero di truppe e civili mobilitati per consolidare lo status di potenza nucleare della Corea del Nord. Nonostante le numerose risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, Pyongyang afferma che i suoi programmi di sviluppo delle armi rientrano nel suo diritto sovrano all’autodifesa e sono necessari a causa delle politiche ostili degli Stati Uniti e dei suoi alleati Corea del Sud e Giappone.
Le parate militari nordcoreane sono seguite da vicino dagli esperti dei governi stranieri poiché spesso presentano armi di nuova concezione, tra cui il missile ipersonico testato nel gennaio 2022, capace di volare a dieci colte la velocità del suono.
Tuttavia a preoccupare è l’Hwasong-17, un nuovo missile balistico intercontinentale a combustibile solido. La maggior parte dei missili balistici del paese utilizza combustibile liquido, il che richiede che vengano caricati con propellente nel sito di lancio in un processo che richiede molto tempo. L’uso di combustibile solido offre potenzialmente una maggiore mobilità per i missili e riduce la quantità di tempo di preparazione del lancio.
Lo sviluppo di un missile a combustibile solido è stato a lungo visto come un obiettivo chiave per la Corea del Nord, in quanto potrebbe rendere i suoi missili nucleari più difficili da individuare e da distruggere durante un conflitto, anche se non è chiaro quanto i tecnici possano essere vicini a un vero e proprio test di collaudo.
La Corea del Nord ha fatto esplodere sei ordigni nucleari, di cui l’ultimo il 4 settembre 2017. Questo, forse una bomba all’idrogeno, ha causato un terremoto di magnitudo 6,3 della scala Richter, con conseguenze smentite dal governo nordcoreano, ma che secondo gli esperti avrebbero causato la morte di numerosi militari a causa del crollo di tunnel e di infrastrutture.