Corea del Nord. Kim lasciato solo, Pechino in caso di guerra manterrà la neutralità

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Ha raggiunto livelli allarmanti l’escalation della crisi tra gli Usa di Donald Trump e il regime di Kim Jong-un, dopo che l’agenzia nordcoreana Kcna ha riportato i piani dei vertici militari di lanciare da qui a pochi giorni 4, forse 6, missili balistici Hwasong 12 verso l’isola di Guam, dove si trova la base Usa Andersen, la quale ospita nell’oceano. I missili dovrebbero inabissarsi in mare a pochi chilometri dalla costa, ma il test suonerebbe comunque come un atto fai guerra.
A dire il vero tra le parole forti (Trump ha promesso “fuoco e furia che il mondo non ha mai visto prima d’ora, se la Corea del Nord continuerà con l’escalation della minaccia nucleare”) si sono aperti spiragli di lavoro per le diplomazie: lo ha confermato il segretario alla Difesa Usa Jim Mattis, per iil quale uno scontro con la Corea del Nord sarebbe “catastrofico”, ma ha precisato che gli sforzi diplomatici stanno ottenendo risultati, che “Lo sforzo americano è basato sulla diplomazia, è a trazione diplomatica, sta ottenendo risultati diplomatici e io voglio stare al qui e ora”.
Più che la diplomazia statunitense a produrre qualcosa di concreto sarà con tutta probabilità quanto riportato sul Global Times, organo ufficiale in lingua inglese del Partito Comunista Conese, il quale ha riportato l’intenzione del Comitato centrale di mantenere uno stato di neutralità in caso di guerra fra gli Usa e la Corea del Nord.
La Cina è l’unico alleato della Corea del Nord, e lasciata sola sarebbe facilmente sopraffatta dagli Usa, sia dal punto di vista militare che diplomatico, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.