Corea del Nord. La dinastia dei Kim

di Alberto Galvi –

Lo scorso 15 aprile in Corea del Nord si è celebrato un importante anniversario chiamato il “Giorno del sole” in ricordo della nascita del fondatore della patria Kim il-Sung, il nonno dell’attuale leader, Kim Jong-un.
Kim il-Sung guidò la Corea del Nord dopo la sua divisione dalla Corea del Sud. Come Capo di stato, Kim il-Sung ha schiacciato l’opposizione interna fino ad ottenere il potere assoluto nel suo paese, instaurando una società austera, militarizzata ponendosi l’obiettivo della riunificazione della penisola coreana sotto il dominio di Pyongyang.
A livello di politica estera l’avvicinamento da parte della Corea del Nord al blocco sovietico e alla Cina hanno reso quindi sempre più tesi i rapporti, già difficili, con Stati Uniti e la Corea del Sud.
Il governo nordcoreano, ttorno questo leader, ha costruito un forte culto della personalità, concedendo così solo ai suoi familiari diretti il diritto di governare sulla nazione.
Il dittatore nordcoreano è morto nel 1994 e come suo successore è subentrato il figlio, Kim Jong-il. L’anno seguente, il collasso economico provocò una carestia della durata di circa 3 anni, che uccise più di 2 milioni di persone.
Kim ha risposto al problema lanciando alcune riforme economiche, prevedendo la costituzione anche di di mercati privati per soddisfare le necessità quotidiane di cibo che l’economia statale non era più in grado di fornire.
Dal 2006, anche per distogliere l’attenzione interna dalle difficoltà economiche, Kim ha usato con molta abilità la strategia del nucleare, necessaria anche perché, venendo a mancare la contrapposizione tra il blocco comunista e l’Occidente, ora a Pyongyang è quasi sola contro Seul e Washington. Kim Jong-il è morto nel 2011 e al suo posto gli è succeduto il suo terzogenito Kim Jong-un.
Dopo essere diventato leader, il giovane dittatore ha finora mostrato nelle apparizioni pubbliche uno stile più informale rispetto ai suoi predecessori, ma non ha cambiato nulla per quanto riguarda il sistema di rigido controllo militare del paese.
In politica internazionale una delle ambizioni del nuovo leader è di far diventare la Corea del Nord una potenza nucleare, continuando il programma avviato dal padre. Le sfide che il paese ha dovuto affrontare fin qui sotto Kim Jong-un sono le stesse che hanno dovuto fronteggiare i suoi predecessori: l’isolamento internazionale, un’economia al collasso e la povertà diffusa.
Il dittatore nordcoreano è tornato alla ribalta negli ultimi giorni per le insistenti voci sulle sue precarie condizioni di salute, ipotesi rafforzate dalle sue assenze ad importanti appuntamenti istituzionali.
L’assenza di 2 settimane di Kim dalla vita pubblica ha suscitato preoccupazione da parte della comunità internazionale su chi, in caso di una sua morte, dovrà gestire un paese armato di testate nucleari e governato dalla stessa famiglia da circa 70 anni.
Nell’eventualità dovesse essere confermato il dicesso del dittatore nordcoreano, il suo successore dovrà sempre essere un membro della sua famiglia, ciò rende sua sorella minore Kim Yo Jong, la candidata più probabile in caso di impossibilità per il fratello di continuare il governo del paese.
Un’altra alternativa, che per realizzarsi dovrebbe però godere di un sostegno a livello internazionale, potrebbe essere quella di una leadership collettiva, che toglierebbe il potere ai Kim.