Corea del Nord. Nuovo test del regime, ma sta per scadere la moratoria sul nucleare

L'inviato Usa per la crisi Biegun invita al tavolo delle trattative, ma per Washington a cedere dovrebbero essere sono i nordcoreani.

di Enrico Oliari

L’agenzia ufficiale nordcoreana Knca ha riportato di un “test decisivo” tenutosi presso la base di lancio satellitare di Sohae, nel nord-ovest del Paese, al confine con la Cina.
Al momento non è noto di cosa effettivamente si sia trattato, probabilmente del test di un nuovo motore per missili a lungo raggio finalizzato, ha riportato l’agenzia, “ad implementare l’affidabilità della Corea del Nord quale potenza con una deterrenza nucleare strategica”.
Come nel caso dei lanci di missili a medio e corto raggio, di cui gli ultimi in settembre, l’iniziativa va letta più che altro a scopo dimostrativo dopo l’evidente fallimento dei tre incontri del leader Kim Jong-un con il presidente Usa Donald Trump, di cui l’ultimo fugace in giugno al valico di Panmunjom: lo scoglio al dialogo, che porterebbe ad un depotenziamento del regime di Pyongyang in cambio dello stop alle sanzioni, è quello della denuclearizzazione, che Trump vorrebbe della sola Corea del Nord mentre per Kim deve interessare l’intera penisola coreana, anche perché gli Usa hanno in Corea del Su, test da d 33mila militari nonché armi di ogni genere.
A fine dicembre scade l’anno di moratoria che il regime di Pyongyang si era dato, anche grazie alla mediazione di Cina e Svezia, sui test atomici proprio per non indebolire i tentativi di giungere a un compromesso e magari alla riappacificazione formale con la Corea del Sud.
A premere per la normalizzazione dei rapporti fra le due Coree, anche per motivi umanitari, è il presidente sudcoreano Moon Jae-in, dal momento che i due paesi, la Corea del Nord e la Corea del Sud, sono ancora ufficialmente in guerra in quanto non è mai stata firmata la pace dal conflitto 1950 – 1953, ed allora era stato sottoscritto semplicemente un armistizio tra le forze Onu a guida Usa (in rappresentanza della Corea del Sud), la Cina e la Corea del Nord.
Moon ha tuttavia fatto notare in più occasioni che “finché i colloqui e le comunicazioni tra il Nord e gli Usa non diventano più attivi, noi non possiamo far altro che lavorare per mediare tra loro”, ma che la questione del nucleare dipende esclusivamente da Washington.
La scadenza di questo mese sembra preoccupare gli Usa, che proprio dall’aumento delle tensioni nell’area traggono un forte vantaggio economico per la vendita di sistemi difensivi ed altri armamenti, tuttavia il regime nordcoreano ha in passato dimostrato di non scherzare con il nucleare, ed il presidente russo Vladimir Putin ha affermato sul tema sanzioni che “i nordcoreani mangeranno erba ma non rinunceranno ai loro piani militari fino a che non si sentiranno sicuri”.
Da Seuol, dove si è visto con il presidente Moon, l’inviato speciale della Casa Bianca per la questione nordcoreana, Stephen Biegun, ha rivolto oggi un appello al regime nordcoreano per la riapertura del tavolo negoziale: “E’ ora di fare il nostro lavoro. Facciamolo. Noi siamo qui e sapete come raggiungerci”. Si tratta però di un disco rotto, via le sanzioni in cambio dello stop al programma nucleare, ma di ritirare i propri arsenali dalla Corea del Sud gli statunitensi non ne vogliono sapere.
La Corea del Nord ha lanciato negli anni numerosi missili in grado di portare testate nucleari, caduti perlopiù nel Mar del Giappone, ma sono sei i test nucleari effettivamente portati a termine, puntualmente seguiti da risoluzioni di condanna del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite:

– 9 ottobre 2006: sotto la presidenza di Kim Jong-il, padre dell’attuale leader Kim Jong-un, c’è il primo test che genera un’esplosione pari a un chilotone, equivalente di mille tonnellate di tritolo.
– 25 maggio 2009, test da 2 chilotoni;
– 12 febbraio del 2013, primo test dell’era Kim Jong-un: ha generato un sisma di potenza pari a 5,1 gradi della scala Richter;
– 6 gennaio del 2016, sempre dal sito di Punggye-ri viene testata una bomba che provoca un sisma di pari a 5,1 gradi della scala Richter. Le autorità di Pyongyang riportano del test di una bomba all’idrogeno, ma la comunità scientifica nucleare ritiene essersi trattato di una bomba a fissione nucleare;
– 9 settembre del 2016, in occasione del 68/mo anniversario della fondazione dello Stato viene operato il quinto test da 10 chilotoni;
– 3 settembre 2017, viene fatta esplodere una bomba a fusione, ma per la propaganda del regime si è trattato di una bomba all’idrogeno: si ipotizza comunque una potenza di 100 chilotoni (5 volte più della bomba Usa su Nagasaki del 1945), tuttavia durante il test crolla una delle gallerie del poligono di Punggye-ri seppellendo numerosi tecnici e militari (si stima intorno ai 200). Il sito è stato demolito nel maggio 2018, ma si è parlato della perdita di radiazioni in atmosfera.