di Alberto Galvi –
Le autorità sudcoreane hanno riportato il più alto aumento giornaliero di nuovi casi di coronavirus del Paese con 397 casi il più alto dall’inizio di marzo, segnando una media di 307 nuovi casi giornalieri confermati tra il 17 e il 23 agosto.
Da domenica scorsa con il divieto a livello nazionale il governo coreano ha esteso le regole di distanziamento sociale di secondo livello che erano già entrate in vigore a Seoul ad altre aree del Paese, vietando riunioni in chiesa, chiudendo cyber caffè, nightclub, buffet e impedendo alle persone di partecipare a eventi sportivi professionistici.
La capitale della Corea del Sud ha iniziato a imporre l’uso delle mascherine per il viso per mettere un freno al nuovo coronavirus che si sta diffondendo a una velocità allarmante a Seoul e nelle zone circostanti. Inoltre le riunioni al chiuso sono limitate a un massimo di 50 persone e le riunioni all’aperto a un massimo di 100 persone.
A Seoul i focolai hanno iniziato a diffondersi da una chiesa presbiteriana di Sarang Jeil e da lì hanno continuato a diffondersi in altri siti della città ed oltre.
Secondo le autorità coreane a tutti i residenti e ai visitatori della città è richiesto di indossare mascherine nelle aree interne, così come nei luoghi all’aperto affollati, con l’eccezione di indossarla durante i pasti.
Se il tasso di aumento delle nuove infezioni non rallenta presto, le autorità sanitarie saranno costrette ad applicare regole di distanziamento sociale a livello 3, per cui le scuole e le imprese saranno esortate a chiudere per la pandemia.
Al 24 agosto scorso, ci sono stati 17.665 casi confermati di Covid-19 in Corea del Sud con 309 decessi associati. Secondo la KCDC (Centers for Disease Korea Control and Prevention), la diffusione, fino ad ora è stata concentrata a Seoul e nei dintorni, ma si è ora diffusa in altre città e province, con il rischio di un’epidemia a livello nazionale.
Nei prossimi giorni verranno segnalati gli aumenti di contagio, mentre gli operatori sanitari rintracceranno le persone che hanno avuto contatti con i portatori del virus. I funzionari considerano l’attuale epidemia la più grande crisi della Corea del Sud dall’emergere del Covid-19.
Intanto la battaglia tra governo e medici in Corea del Sud è appena incominciata. I medici stanno minacciando uno sciopero poiché il virus, che molti nel Paese asiatico pensavano fosse stato sconfitto è tornato con tutta la sua virulenza a mietere vittime.
La minaccia di sciopero è la risposta dei medici coreani agli sforzi blandi del governo di cercare di ridurre l’onere degli operatori sanitari, aumentando l’assunzione annuale degli studenti alle scuole di medicina.
La Corea del Sud ha gestito finora la crisi senza predisporre quarantene a livello nazionale. Infatti per ridurre i contagi sono solo stati temporaneamente chiusi gli edifici e le strutture in cui sono stati trovati i casi di infezioni.
Con questo metodo il governo coreano ha però fatto capire di essere in grado di combattere con strumenti efficaci di tipo tecnologico una recrudescenza del virus.
La nuova ondata di coronavirus è iniziata a causa delle massicce manifestazioni antigovernative avvenute lo scorso 15 agosto a Seoul, mentre i partecipanti convergevano nella capitale da tutto il Paese.
Le autorità stanno intanto lanciando una serie di nuove misure di distanziamento sociale con particolare attenzione alla capitale Seoul. Infatti è la capitale del Paese asiatico il nuovo epicentro della pandemia, da cui il virus si sta diffondendo.