Corea del Sud. Park Geun-hye condannata a 24 anni

di Enrico Oliari –

L’ex presidente sudcoreana Park Geun-hye è stata condannata a 24 anni di carcere per corruzione, abuso di potere e coercizione. La notizia, non inaspettata, ha dato il via nel paese a manifestazioni di sostenitori e di avversari, come è stato in occasione della sua destituzione e delle fasi del processo che lo ha coinvolta.
A leggere la sentenza è stato il giudice Kim Se-yoon, per il quale Park ha costretto alcune aziende a donare complessivi 77,4 miliardi di won (circa 60 milioni di euro) a due fondazioni controllate dalla sua confidente segreta Choi Soon-shil. L’ex presidente non era presente in aula.
La destituzione di Park risale al 10 marzo dello scorso anno ad opera della Corte di Giustizia coreana, la quale aveva convalidato il voto del dicembre 2016 della Camera (234 voti contro 56) sull’impeachment alla base del quale c’era lo scandalo Choi Soon-shil, la sciamana che aveva dirottato sulle sue fondazioni fiumi di denaro, almeno 66 milioni di dollari, che in realtà sarebbero state tangenti per Park Geun–hye e per la classe politica a lei fedele.
Park cadendo si era portata dietro personaggi di primo piano del mondo politico ed imprenditoriale sudcoreano, e nell’agosto 2017 era stato condannato a 5 anni di reclusione il vicepresidente e erede designato del colosso Samsung, Lee Jae-yong, legato a doppio filo all’ex presidente della Repubblica. Anche lui aveva pagato 43,3 miliardi di won (38,3 milioni di dollari) alla “sciamana” Choi Soon-shil, la confidente guida della presidente Park, al fine di ottenere il sostegno del fondo pensione pubblico al piano di riassetto intragruppo il cui scopo era di rafforzare il suo controllo sulla catena di comando e subentrare al padre invalido.
La controversa questione dei veggenti a palazzo è iniziata nel 1974, quanto il “Rasputin” coreano, tal Choi Tae-Min, aveva avvicinato per la prima volta la giovane Park Geun-Hye per offrirle conforto in seguito all’assassinio della madre. Fu così che Choi si era infiltrato nei piani alti del governo Coreano e divenne un consigliere occulto del padre della attuale presidente, cioè di Park Chung-Hee, passato alla storia sia per essere stato fautore del miracolo economico Coreano nei primi anni ‘90 sia per essere stato un intransigente dittatore.
Con Park Geun-Hye presidente è la figlia del “santone” a continuare l’arte della veggenza a palazzo: Choi Soon-Shil, riceveva periodicamente dalla presidente Park documenti di Stato e richieste di aiuto, da consigli su come affrontare importanti discorsi a scelte di politica estera e domestica. Come il padre prima di lei una consigliera occulta avrebbe guidato gli affari di Stato e dispensato aiuto e favori rivelando un sistema corrotto e marcio.
Park Geun-hye è chiamata a rispondere di altri reati imputabili a casi di corruzione ma anche di rivelazione dei segreti di Stato.