Corea del Sud. Una costellazione satellitare per monitorare la minaccia del Nord

di Giuseppe Gagliano

In un momento di crescenti tensioni nella penisola coreana, la Corea del Sud ha compiuto un ulteriore passo avanti nella costruzione di una rete di sorveglianza militare autonoma. Il lancio del terzo satellite spia sudcoreano, avvenuto l’altro ieri, segna un progresso significativo nella strategia di sicurezza di Seul, che mira a ridurre la dipendenza dalle risorse spaziali statunitensi e a migliorare la capacità di osservazione delle attività della Corea del Nord.
Il satellite, sviluppato internamente, è stato messo in orbita grazie a un razzo SpaceX Falcon 9 lanciato dalla base di Vandenberg in California. Secondo il ministero della Difesa sudcoreano, il dispositivo ha stabilito comunicazioni con una stazione di terra solo due ore dopo il lancio, confermando il successo dell’operazione.
Il programma spaziale sudcoreano si inserisce all’interno della cosiddetta strategia della Kill Chain, un piano che prevede un attacco preventivo totale contro la leadership politica e militare di Pyongyang in caso di una minaccia imminente. Per implementare questa strategia, è cruciale disporre di una rete di sorveglianza capace di monitorare in tempo reale i movimenti del Nord.
Con tre satelliti già operativi e altri due previsti entro il 2025, Seul punta a costruire una costellazione che garantisca una copertura continua e dettagliata del territorio nordcoreano, incluse le sue basi nucleari e i siti di lancio missilistico. I satelliti serviranno anche a monitorare i rapporti sempre più stretti tra Corea del Nord e Russia, che potrebbero includere scambi di tecnologie militari avanzate.
La Corea del Nord dal canto suo non è rimasta a guardare. Nel novembre 2023 Pyongyang ha annunciato il lancio del suo primo satellite spia operativo, dopo diversi tentativi falliti. Secondo Kim Jong Un, il dispositivo sarebbe già stato in grado di catturare immagini strategiche della Casa Bianca e del Pentagono, dimostrando le crescenti capacità tecnologiche del regime.
Tuttavia, gli esperti mettono in dubbio la reale efficacia del satellite nordcoreano, sottolineando che le risorse spaziali del Sud sono significativamente più avanzate grazie alla collaborazione con partner internazionali come gli Stati Uniti.
Il rafforzamento delle capacità spaziali della Corea del Sud riflette un contesto regionale sempre più militarizzato. La Cina osserva con preoccupazione l’espansione tecnologica di Seul, mentre il Giappone potrebbe sentirsi spinto a sviluppare capacità simili per mantenere un equilibrio strategico nella regione.
Gli Stati Uniti, tradizionalmente il principale alleato di Seul, supportano il programma satellitare sudcoreano come parte di un più ampio sforzo per contenere la minaccia nordcoreana. Tuttavia, la crescente autonomia del Sud potrebbe anche ridisegnare i rapporti di forza all’interno dell’alleanza, spingendo Washington a riconsiderare il proprio ruolo nella regione.
Con il lancio del terzo satellite spia, la Corea del Sud dimostra la sua determinazione a rafforzare la sicurezza nazionale e a prepararsi a scenari di crisi. Tuttavia, questa accelerazione nella corsa tecnologica e militare aumenta il rischio di un’escalation nella penisola coreana, dove ogni nuovo sviluppo potrebbe essere interpretato come una provocazione.
Il futuro delle relazioni tra le due Coree resta incerto, mentre il rafforzamento delle capacità di sorveglianza potrebbe fornire a Seul un vantaggio strategico cruciale, ma anche innescare nuove dinamiche di competizione e conflitto nella regione.