Coree. Accordo sugli atleti del Nord al vertice, ma Moon vuole la distensione

di Guido Keller

Si è svolto nel villaggio di Panmunjom, al confine tra le due Coree e tradizionale sede per i contatti, l’atteso mini-vertice seguito alla disponibilità del leader nordcoreano Kim Jong-un di inviare una delegazione di atleti ai Giochi olimpici invernali e a quelli Para-olimpici che si terranno a partire dal 9 febbraio. Un’occasione che il presidente sudcoreano Moon Jae-in non si è voluto lasciar scappare, anche perché già nel suo programma elettorale aveva inserito tra punti salienti la de-escaletion delle tensioni tra i due paesi e l’avvio di una normalizzazione dei rapporti.
Il gesto Moon lo ha compiuto chiedendo al collega ed alleato statunitense Donald Trump la sospensione delle continue esercitazioni militari per il periodo in cui si terranno i Giochi, cioè fino a marzo inoltrato, un gesto che il leader nordcoreano Kim Jong-un ha interpretato in modo positivo. Il nocciolo della questione vede infatti i due paesi tecnicamente ancora in guerra in quanto non è mai stata firmata la pace dal conflitto 1950 – 1953, e contestualmente gli Usa mantengono nelle proprie basi in Corea del Sud circa 33mila militari, da anni vengono compiute esercitazioni navali e militari e soprattutto lì gli Usa hanno istallato armi di ogni genere, in pratica sotto la casa del nemico.
Dalla Corea del Nord arriveranno così, insieme agli atleti, anche sostenitori, personale dello staff, e soprattutto Seul ha chiesto con i propri 5 delegati al vertice che gli atleti dei due paesi sfilassero insieme alla cerimonia di apertura e chiusura. E’ stata inoltre manifestata la disponibilità da parte della Corea del Sud a sospendere le sanzioni per il periodo dei Giochi. Sempre a Panmunjom la rappresentanza sudcoreana ha chiesto che si riprendano i colloqui per rimettere in piedi il programma di incontro delle famiglie separate dalla guerra: l’idea è quella di organizzare gli incontri intorno alla festa del Capodanno lunare di febbraio, sotto il controllo della Croce Rossa.
Moon punta così a un vero e proprio disgelo fra i due paesi, e nei giorni scorso ha avvertito che il “miglioramento dei rapporti non può essere separato” dalle questioni missilistiche e nucleari. Tuttavia l’improvvisa apertura di Kim Jong-un, che nel suo discorso non ha risparmiato minacce agli Usa (“sulla mia scrivania c’è il bottone del nucleare… che non useremo per primi”), consente al presidente sudcoreano di smarcarsi almeno per un momento dal giogo di Trump, il quale con la crisi sta vendendo armi di ogni genere nella regione, soprattutto alla Corea del Sud, arrivando a pretendere il pagamento del mantenimento delle istallazioni missilistiche statunitensi lì posizionate. Anche il ministro degli Esteri della Corea del Sud Kang Kyung-wha, ha puntualizzato in un intervento di ieri che “il governo guarda oltre la partecipazione alle Olimpiadi di PyeongChang per considerare come migliorare le relazioni intercoreane e cercare una collaborazione stretta con la Comunità internazionale per tentare di portare alla denuclearizzazione della Corea del Nord”.