Coronavirus. Mascherine: Di Maio, ‘denunceremo i paesi che le hanno bloccate’

di Enrico Oliari

L’Italia continua ad essere in piena emergenza coronavirus con 1.809 vittime (368 nuovi decessi nelle ultime 24 ore) e 24.747 persone contagiate di cui si ha notizia. Il governo ha messo in campo una serie di provvedimenti che contemplano la manovra “Cura Italia” da 25 miliardi per sostenere famiglie e imprese, ma anche la possibilità di requisire hotel al fine di trasformali in centri sanitari, far arrivare medici e infermieri dall’estero e costruire ospedali dedicati in tempi record, come si sta provvedendo a Milano presso l’ex area Expo, o addirittura da campo. A Roma si è battuta persino la Cina: oggi sono strati trasferiti dal Policlinico Gemelli i primi pazienti al “Columbus Covid 2 Hospital“, costruito in una settimana dalla Fondazione Policlinico Gemelli e con 59 letti in rianimazione e di altri 74 in stanze singole quando sarà a pieno regime.
Permane tuttavia l’emergenza mascherine e presidi protettivi, cosa fatta presente anche dal premier Giuseppe Conte per il quale “La priorità è far lavorare in sicurezza medici, infermieri e tutto il personale sanitario che con coraggio e spirito di abnegazione si sta prodigando per la cura dei cittadini, dedicandosi a questa emergenza sanitaria senza risparmiare energie”. Conte ha spiegato che “Come governo siamo strenuamente impegnati, e io stesso attraverso contatti con i miei omologhi, per procurare in tempi brevissimi i dispositivi di protezione che consentano loro di lavorare in massima sicurezza. C’è massima attenzione per la situazione in Lombardia”.
Proprio la scarsità di mascherine protettive ha dimostrato la poca solidarietà dei paesi esteri, anche europei.
La cosa è stata denunciata fin da subito dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il quale è riuscito a forza di telefonate ad averne 5 milioni dalla Cina linseme a 150 di ventilatori polmonari, ma la cosa grave è che non solo i paesi produttori e con contratti in essere con gli importatori italiani non le hanno cedute, ma anche interi carichi sono stati bloccati dai paesi di transito.
Come ha spiegato il commissario Domenico Arcuri, il fabbisogno dell’Italia è di 90 milioni di mascherine fra chirurgiche e ad alta protezione, ma al momento in Italia vi è solo un impianto con le certificazioni idonee a produrre le Ffp2 e le Ffp3, mentre per le altre vi sono alcune piccole aziende sotto pressione ma incapaci di sopperire alla domanda.
Di Maio ha annunciato che Germania e Francia hanno finalmente “sbloccato l’esportazione di mascherine, tute e schermi facciali”, ma ha anche detto su Facebook che “Denunceremo in tutte le sedi internazionale competenti i Paesi che si macchieranno della pratica ignobile di requisire mascherine destinate a stati in difficoltà come l’Italia”. Per la numero uno della Commissione europea Ursula von der Leyen chi all’estero ha bloccato le mascherine ha avuto un comportamento “nefasto”, ed ha annunciato che l’Ue “limiterà l’esportazione di materiale di protezione”, esortando i paesi membri a condividere le risorse.
Tra i principali paesi produttori mi mascherine vi sono la Cina e l’India, e proprio in quest’ultimo paese da un miliardo di abitanti l’infezione sta iniziando a preoccupare, per quanto i numeri di contagi siano al mmento solo 114. A preoccupare è l’alta densità della popolazione, ed il governo di Narendra Modi sta lavorando per prepararsi al peggio. Intanto vi sono le prime raccomandazioni a mantenere le distanze sociali, mentre rimane in vigore la misura di 14 giorni di quarantena per i passeggeri che arrivano da Italia, Cina, Iran, Spagna, Germania e Francia.