Coronavirus: piovono miliardi sulle compagnie aeree

di C. Alessandro Mauceri

Tra i principali beneficiari degli aiuti per far fronte alla pandemia di COVID-19 ci sono certamente le compagnie aeree di bandiera dei paesi dell’Unione europea. Con i confini nazionali chiusi e le persone bloccate in casa, volare diventa l’ultima delle priorità. Questo ha fatto peggiorare la situazione di molte compagnie aeree che hanno minacciato di ridimensionare il personale o di dover annullare alcune tratte.
Impressionanti gli aiuti concessi immediatamente, senza guardare ad alcun piano di ripresa o di rilancio: si va dai 600 milioni di euro per la compagnia di bandiera austriaca ai 9 miliardi di euro per la tedesca Lufthansa! La vice presidente esecutiva della Commissione europea, Margrethe Vestager, è stata la prima a criticare queste misure dicendo che una tale diversità di aiuti potrebbe generare una concorrenza sbilanciata e minare i fondamenti del mercato unico europeo.
Il caso Lufthansa è emblematico: 9 miliardi di euro di aiuti ad una azienda che secondo alcune stime ne vale meno della metà. Situazione analoga per la compagnia di bandiera francese Air France, per la quale si è parlato di 7 miliardi di euro di aiuti. E poi KLM, compagnia di bandiera olandese, che naviga da tempo in cattive acque e che era già in crisi da prima della pandemia: il governo sta discutendo un piano tra i 2 e i 4 miliardi di euro. Una montagna di euro anche per la TAP, compagnia di bandiera portoghese per la quale si parla di una prestito da 1,2 miliardi di euro già approvato a giugno dall’autorità per la concorrenza della Commissione europea. Ma anche la TAP era in difficoltà ben prima dell’avvento del corona virus e ancora una volta il finanziamento approvato pare vada ben oltre le reali necessità dell’azienda: secondo il ministro delle Infrastrutture portoghese Pedro Nuno Santos il debito dell’azienda si aggirerebbe intorno agli 800 milioni di euro.
Anche Alitalia dovrebbe ricevere la propria fetta: oltre 3 miliardi, da vedere se destinati alla CAI o alla LAI, le due facce, quella buona e quella cattiva, della medaglia Alitalia create qualche anno fa e costate altri miliardi di euro ai contribuenti. Una somma enorme che, secondo uno studio del Corriere della Sera sugli aiuti di stato alle compagnie, piazza la compagnia di bandiera tricolore al primo posto in Europa come “aiuti per passeggero”: ben 141 euro a passeggero, seguita da Air France (133,3 euro a passeggero) e da Lufthansa (126,2 euro per “cliente salito sul velivolo”).
Secondo le stime della IATA, l’associazione mondiale del trasporto aereo, a causa della pandemia alle compagnie sarebbero stati concessi aiuti per la stratosferica cifra di 120 miliardi di dollari: 67 di sussidi governativi, compresi 5 miliardi di tasse differite e 12 miliardi di prestiti a garanzia; e poi circa 53 miliardi in prestiti bancari garantiti (23 miliardi), obbligazioni (18), leasing (5) e altri crediti. Il direttore generale della IATA, Alexandre de Juniac, ha dichiarato che “La prossima sfida sarà impedire alle aziende di annegare sotto il peso del debito creato dall’aiuto”.
Miliardi di euro concessi sotto l’egida della tutela occupazionale e della risposta alla pandemia, ma che potrebbero essere invece l’ennesimo aiuto di stato per “baracconi aziendali costosissimi” come li ha di recente definiti qualcuno.
A sorprendere è soprattutto il confronto con gli aiuti concessi in altre parti del pianeta: negli Stati Uniti d’America il Care Act (anche questo da 2mila miliardi ma di dollari invece che di euro) prevede per le compagnie aeree, un mix di prestiti e sovvenzioni che ammontano a circa 25 miliardi di dollari. Inoltre a beneficiarne saranno non solo le compagnie di bandiera nazionali ma anche le più piccole, da JetBlue ad Alaska air, da Fronter a Skywest. 
Per Alitalia il manager Roberto Scaramella ha detto che “L’Italia si è trovata a finanziare numerose crisi della compagnia, il coronavirus ha azzerato le differenze: oggi non sono tutti di nuovo ai nastri di partenza. Ogni governo ha stanziato cifre inimmaginabili solo tre mesi fa per consentire la ripartenza del settore. Senza il trasporto aereo non si muove l’economia delle persone e delle merci”. E ha aggiunto che “Alitalia ha l’occasione di investire in arei nuovi per ridurre i costi”. Secondo alcune stime le centinaia di miliardi di euro di aiuti concessi a queste grandi aziende non serviranno solo a far fronte ai danni causati dalla pandemia, ma anche a finanziare piani di ammodernamento e rilancio del settore che da anni, in Italia come in molti altri paesi europei, è in crisi.