di Enrico Oliari –
Continuano a cadere teste in Russia nel quadro della lotta alla corruzione in seno alle forze armate. In maggio il presidente russo Vladimir Putin, appena riconfermato con le elezioni del mese precedente, aveva effettuato alcuni cambi eccellenti al ministero della Difesa nel quadro della lotta alla corruzione. A essere estromessi dal proprio ruolo erano stati in particolare ministero della Difesa Serghei Shoigu, in carica da 12 anni, e Nikolai Patrushev, segretario del Comitato di sicurezza il cui posto è andato a Shoigu; Patrushev è oggi assistente del presidente della Federazione Russa per la costruzione navale, mentre Shoigu ha mantenuto il ruolo chiave di segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa.
I due non sono al momento risultati essere coinvolti in casi di corruzione, ma sotto di loro vi sono stati quadri e comandanti che non si sono fatti scrupoli a intascare mazzette.
A capo del ministero della Difesa è stato messo l’economista Andrei Belousov, primo civile a ricoprire tale incarico, ma determinato a debellare il malaffare nelle forze armate.
Le inchieste per corruzione hanno continuato e continuano a mietere vittime di diverso calibro, e agli inizi di settembre a finire dietro le sbarre è stato il maggiore generale Valery Muminjanov, vice comandante del distretto militare di Leningrado per la logistica e il supporto tecnico.
Stando alle accuse Muminjanov avrebbe intascato una tangente da 20 milioni di rubli per la fornitura di uniformi in un appalto del ministero della Difesa per un valore di oltre 1,5 miliardi di rubli. E’ anche emerso che Muminjanov e i suoi familiari possiedono numerose proprietà immobiliari a Mosca e a Voronezh per un valore di oltre 120 milioni di rubli, oggi gli inquirenti stanno verificando gli aspetti legali della loro acquisizione.
Nei giorni scorsi il corrispondente militare Alexander Sladkov è stato oggetto di un procedimento penale per aver denunciato pubblicamente gli arresti di alcuni funzionari del ministero della Difesa, tuttavia lui stesso ha precisato di essere stato aiutato a sfuggire all’incriminazione grazie all’interessamento dell’amministrazione presidenziale e in particolare di Oleg Dobrodeev, direttore della tv di Stato russa VGTRK, di cui è corrispondente di guerra. Sladkov aveva spiegato pubblicamente che il procuratore capo di Mosca Denis Popov non si era dimesso volontariamente dal suo ruolo in una sorta di prepensionamento, come lo stesso aveva invece dichiarato, bensì perché un suo diretto sottoposto, il capo del dipartimento per la supervisione delle attività investigative procedurali e operative penali degli Affari interni e gli organi di giustizia della procura di Mosca, Alexei Kulikov, era stato arrestato in aprile per una tangente da 7 milioni di rubli.
In luglio è finito agli arresti, per fatti di corruzione risalenti al 2022, l’ex vice ministro della Difesa della Federazione Russa Dmitry Bulgakov, il quale in passato aveva, tra le varie cose, supervisionato la costruzione di una linea ferroviaria che bypassa l’Ucraina ed era stato responsabile del rifornimento delle truppe russe in Siria.
Bulgakov è stato preceduto di qualche mese dal collega Timur Ivanov, per molti anni vice di Shoigu: è stato anche lui accusato di essersi intascato una tangenti.
In maggio le manette sono scattate ai polsi del generale Vadim Shamarin, già a capo della Direzione principale delle comunicazioni delle forze armate, anche in questo caso per tangenti.
Come in un copione lo stesso mese ad essere arrestato è stato il capo delDdipartimento del personale del ministero della Difesa, Yuri Kuznetsov, già a capo del Dipartimento di stato maggiore per la protezione dei segreti di stato.
Lo stesso mese il comitato investigativo russo ha dichiarato che l’ex comandante della 58ma armata Ivan Popov (da non confondersi con il sopra citato Denis) era risultato coinvolto nel furto di laminati del valore di 130 milioni di rubli, per cui era stato arrestato. Per lui l’accusa è di frode ai sensi dell’articolo 159 del codice penale russo.
L’incarico di Belousov è quindi quello di ridare lustro e riportare ordine ai vertici della Difesa, in un momento in cui le giovani reclute muoiono combattendo nel Donbass.