Crimea. I russi sparano per obbligare un cacciatorpediniere britannico a fare marcia indietro

di Guido Keller

Tensione alle stelle nel Mar Nero, dove un aereo Su-24 e una motovedetta russa hanno sparato colpi di avvertimento verso un cacciatorpediniere britannico, l’Hms Defender della Royal Navy. Il ministero della Difesa di Londra in un primo momento ha riportato che non vi sarebbero stati colpi, ma diversi testimoni tra cui il giornalista Jonathan Beale della Bbc, che era a bordo della nave britannica, hanno riferito che gli spari ci sono stati e si sono uditi chiaramente.
Stando a quanto riferito in parlamento dal ministro della Difesa Ben Wallace, l’Hms Defender stava transitando al largo della Crimea in acque ucraine, per pattugliare il tratto fra Odessa e la Georgia; ha poi spiegato che dai mezzi russi sono venuti numerosi altolà e richieste di invertire la rotta, quindi ha ammesso che il Su-24 ha sganciato quattro bombe a frammentazione davanti al cacciatorpediniere.
Beale ha aggiunto che diverse natanti hanno compiuto manovre per costringere la nave britannica a riportarsi in acque internazionali, dal momento che era entro le 12 miglia dalla costa della Crimea, e che anche dopo aerei russi hanno sorvolato a bassa quota per seguire il percorso del mezzo.
Parlando di “grossolana provocazione britannica in contrasto con il diritto internazionale”, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha detto che i colpi sono stati sparati, dal momento che il cacciatorpediniere aveva violato le acque territoriali russe nel mar Nero, nella zona di Capo Fiolent al largo della Crimea.
La Penisola della Crimea è stata annessa nel 2014 dalla Russia grazie ad un controverso referendum, ed è considerata dalla comunità internazionale de iure come parte integrante dell’Ucraina.
L’incidente ha poi avuto ripercussioni diplomatiche, con il ministero degli Esteri di Mosca che ha convocato prima l’addetto militare dell’ambasciata britannica e poi l’ambasciatrice Deborah Bronnert.
Fatti del genere, anche se con minor gravità, sono tutt’altro che rari, e nel novembre 2018 i russi avevano sequestrato tre mezzi ucraini mentre erano in viaggio per superare lo stretto di Kerch.