Cuba. Castro chiede ad Obama la fine dell’embargo. ‘Dipende dal Congresso’

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castro con obama cubaIncontrando per la terza volta Obama, Raul Castro ha chiesto nuovamente che in tema di embargo si passi dalle parole ai fatti, poiché, malgrado gli sforzi in atto della Casa Bianca, “serve la revoca totale dell’embargo Usa” e quindi che arrivi il via libera del Congresso.
Per Castro è “essenziale revocare l’embargo perché ha effetti intimidatori”, ma il presidente Usa ha dovuto ammettere che “L’eliminazione totale dell’embargo dipende dal Congresso”, e prima ancora “dipende dal superamento delle divergenze tra noi e Cuba sui diritti umani. Non so quando, ma l’embargo finirà”.
Castro ha poi notato che “ci sono profonde differenze tra i nostri Paesi che non spariranno, visto che abbiamo idee diverse su molti argomenti, come la democrazia, i sistemi politici, i diritti umani, le relazioni internazionali, la pace e la stabilità nel mondo”. “Noi difendiamo i diritti umani – ha proseguito, osservando che Cuba trova inconcepibile che un governo non assicuri il diritto alla salute, all’istruzione, al cibo, allo sviluppo, ai diritti dei bambini”.
Evidente il colpo di fioretto, arrivato dopo quello di Obama, il qualee gli ha fatto notare come ieri, oltre a non essere ricevuto come d’uso all’aeroporto dal presidente del paese, ha girato solo con la famiglia per la capitale: “Proprio bella la visita che abbiamo fatto ieri!”, ha esclamato.
Durante la conferenza stampa un giornalista ha posto una domanda a Castro sui diritti civili e i prigionieri politici: “Mi dia la lista – gli ha risposto il presidente cubano – li rilascio subito. Mi dica il nome o i nomi, oppure quando terminiamo mi dia la lista, se ci sono prigionieri politici prima che cali la notte saranno liberati”.
Castro ha anche chiesto ad Obama la restituzione della base di Guantanamo, di proprietà degli Usa: nel 1898, in occasione della guerra ispano-americana, vi arrivò la flotta Usa, che aiutò i cubani a rendersi indipendenti dalla Spagna: nel 1903 il presidente della neonata repubblica cubana, Tomás Estrada Palma, firmò il Cuban-American Treaty con il quale si stabiliva una concessione perpetua sulla baia, che sarebbe rimasta di demanio cubano, ma assegnata in gestione “uti dominus” (come fosse di loro proprietà), agli statunitensi.