Dagestan. Arrestati sospetti militanti collegati al gruppo di Basayev e Khattab

di Giuliano Bifolchi * –

Le forze di sicurezza della Repubblica del Dagestan hanno arrestato altri due partecipanti all’attacco armato diretto da Shamil Basayev e Ibn al-Khattab al distretto di Botlikhsky in Daghestan nel 1999, evento che insieme alla serie di esplosioni avvenute in diverse città russe diede inizio al Secondo Conflitto Ceceno (1999 – 2009).
Secondo quanto riportato dalle fonti locali daghestane che hanno citato le parole dell’ufficio stampa del Comitato investigativo russo, le due persone arrestate, Toymaskhan Adzhinyazov e Kaitarbi Nasyrov, sarebbero native del distretto di Neftekumsky del territorio di Stavropol. L’accusa per loro è quella di essersi uniti volontariamente a metà luglio 1999 al gruppo armato posto sotto la guida generale di Basayev e Khattab e di aver preso parte attiva a una serie di crimini gravi e particolarmente gravi culminati con l’attacco armato dal 7 al 24 agosto 1999 nella regione di Botlikh. Secondo quanto riportato dal Comitato investigativo russo, almeno mille persone presero parte a quella che il Cremlino ha sempre considerato una ribellione armata il cui fine era quello di rovesciare l’ordine costituzionale e violare l’integrità territoriale della Federazione Russa che causò la morte di 33 persone e il ferimento di altre 34.
Gli imputati sono stati quindi accusati di aver commesso reati ai sensi degli articoli 279 (ribellione armata), 209 (banditismo), 317 (violazione della vita del personale militare) del codice penale della Federazione Russa.
Durante le indagini sono state ottenute prove che Toymaskhan Adzhinyazov e Kaitarbi Nasyrov avrebbero preso parte all’attacco armato. Il loro arresto venne effettuato tramite una operazione congiunta che vide coinvolte la direzione principale del Ministero degli affari interni russo per il territorio di Stavropol, l’FSB e la Guardia russa. Attualmente, con la partecipazione congiunta di questi organi, sono in corso azioni investigative urgenti e altre azioni procedurali volte a stabilire il ruolo e le azioni compiute dai due indagati all’interno del gruppo armato.
Essendo affacciato sul Mar Caspio e divenuto un attore importante nell’ottica di sviluppo socioeconomico e logistico nord caucasico e russo, il Dagestan necessità di stabilità al suo interno. Dagli anni ‘90 ad oggi il Cremlino ha coordinato una strategia di interventi militari e finanziamenti volta a pacificare la repubblica daghestana e favorirne lo sviluppo economico in modo da evitare che le giovani generazioni preferiscano arruolarsi nella militanza armata o nei gruppi terroristici locali. Grazie anche all’istituzione del Distretto Federale russo del Caucaso del Nord e della Strategia per lo Sviluppo Socioeconomico fino al 2025 così come al lancio del progetto Kurorti Severnogo Kavkaza (Resorts del Caucaso del Nord) l’intera regione nord caucasica, così come il Dagestan, ha registrato un miglioramento della stabilità e sicurezza con un decremento nella minaccia terroristica. Anche se gli attentati sono diminuiti negli anni, la minaccia jihadista è ancora presente in Dagestan ed eventi come il recente arresto potrebbero essere cavalcati dalla propaganda dei gruppi terroristici per reclutare futuri combattenti in un periodo storico che vede Mosca maggiormente impegnata ed esposta a livello internazionale nel conflitto in Ucraina.
Il 18 maggio 2022, per esempio, nel distretto Leninsky della città di Makhachkala, capitale del Dagestan, due militanti sono stati uccisi durante un’operazione antiterrorismo secondo quanto riferito dal centro informazioni del Comitato nazionale antiterrorismo (NAC). Secondo quanto riportato dalle autorità locali, queste due persone erano in procinto di montare un ordigno esplosivo vicino a una stazione elettrica e, una volta scoperti, hanno aperto il fuoco contro forze di sicurezza russe.
La notizia, in una ottica di guerra all’informazione e psicologica, è stata riportata il giorno successivo 19 maggio 2022 anche da Kavkazcenter, portale che ha spesso pubblicato video e comunicati sia della militanza armata cecena che successivamente dell’organizzazione terroristica Emirato del Caucaso: con toni dubbiosi e accusatori nei confronti delle forze di sicurezza russe, l’articolo di Kavkazcenter sottolinea come ci sia una volontà espressa o celata da parte di alcuni gruppi di elevare il tasso di criticità e scontro in Dagestan sfruttando le attività che le forze di sicurezza russe svolgono per porre in sicurezza il paese.

*Articolo in media partnership con SpecialEurasia realizzato grazie all’attività di monitoring della minaccia jihadista e del fenomeno del terrorismo.