Dalla Valpo alla Supo: tutti i colori della Finlandia

di Enrico Malgarotto –

La Finlandia condivide con la Russia un migliaio di chilometri di confine e con lei molte storie di un passato non molto lontano perché ancora vivo nella memoria dei finlandesi, anche di nuova generazione.
Il tema complesso dei rapporti tra Impero Zarista/Unione Sovietica/Federazione Russia e Finlandia può essere declinato anche attraverso la narrazione di elementi all’apparenza lontani dalle modalità (e luoghi comuni) con cui tradizionalmente viene presentato il Paese nordico al di fuori dei suoi confini. La storia della State Police finnica (la Valpo) nel contesto dei primi trent’anni di vita della Repubblica finlandese risulta ancora un argomento poco conosciuto.
Nel tracciare in breve la storia di questo corpo di Polizia è necessario tornare alle origini dello Stato. Il Paese, in qualità di Granducato russo, all’inizio del Novecento, fu fatto oggetto di una politica di forte russificazione da parte dell’Impero. Il malcontento della popolazione non tardò ad arrivare e nel 1905, nell’ambito della Prima Rivoluzione Russa, iniziò una serie di scioperi per protestare contro la rigida linea impartita dallo Zar. Nel corso di queste manifestazioni, le forze di Polizia presenti furono sostituite con elementi organizzati dai diversi partiti e gruppi politici, in particolare di ispirazione socialista. Le concessioni offerte dallo Zar alla Finlandia, in particolare il diritto di voto alle donne che, per la prima volta nel mondo, potevano prendere parte alla vita politica, non bastarono a contenere i fenomeni di ribellione. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale diede ulteriore slancio agli indipendentisti finlandesi a combattere per ottenere l’agognata autonomia, sebbene la morsa da parte dell’Impero russo aumentò perché la Finlandia risultò essere in una posizione strategica per combattere la Germania. A seguito della Rivoluzione di Ottobre del 1917 e della successiva proclamazione di indipendenza della Finlandia il 6 dicembre dello stesso anno, priorità del nuovo Governo finnico fu la liberazione del Paese da tutti quegli elementi parte del vecchio regime imperiale e delle Guardie Rosse che avevano aderito alla linea dei bolscevichi. Di fronte a questa minaccia, le formazioni rivoluzionarie si mobilitarono dando inizio alla cosiddetta Guerra Civile finlandese. Gli scontri, scoppiati a partire dal gennaio del 1918 e protrattasi fino a maggio, videro quindi le formazioni rosse dell’autoproclamata Repubblica Socialista dei Lavoratori Finlandese, presenti nel settore centro meridionale della Nazione, combattere contro le Guardie Bianche di formazione soprattutto tedesco imperiale insediatesi nella parte centro-settentrionale dello Stato. Al comando, il barone finlandese Carl Gustav Emil Mannerheim, che guidò le proprie truppe alla vittoria, facendo della Finlandia l’unico Paese ad aver sconfitto le milizie rivoluzionarie.
In questo contesto, nel 1918, il quartier generale delle Guardie Bianche sentì l’esigenza di istituire una speciale sezione con il compito di raccogliere informazioni e monitorare la fazione avversaria. All’inizio dell’anno successivo, tutte le funzioni informative vennero concentrate nell’Onasto III (Sezione 3) dello stato maggiore generale che venne diviso in due uffici: un Ufficio Militare e un Ufficio Passaporti. Quest’ultimo si occupava soprattutto della sicurezza interna e del monitoraggio degli stranieri presenti nell’area di competenza. Tali mansioni furono ereditate dall’Etsivä keskuspoliisi (EK) o Polizia Investigativa Centrale, istituita il 13 agosto del 1919 alle dipendenze del Ministero dell’Interno. La Direzione generale della struttura era ad Helsinki ma con Dipartimenti (o Suddivisioni) dipendenti sparsi per tutta la Finlandia con compiti di sorveglianza e schedatura di soggetti sospetti, monitoraggio dei passeggeri in transito, repressione di ogni atto contro l’indipendenza del Paese. Considerata la linea politica finlandese durante la Guerra Civile, risulta evidente che furono soprattutto il Partito Comunista che all’epoca operava in clandestinità e le organizzazioni dei lavoratori il bersaglio principale delle retate compiute dagli agenti dell’EK. Tuttavia, nel corso degli anni Trenta anche le organizzazioni di estrema destra (come le fazioni Naziste e il Movimento Popolare Patriottico)
vennero monitorate dal Servizio.
Nella parentesi di governo a guida Social-Democratica (insieme alla Lega Agraria), nel dicembre del 1937 l’agenzia fu sciolta e al suo posto venne creata la Valtiollinen poliisi o Valpo I (Polizia di Stato) alle dipendenze del Dipartimento della Polizia del Ministero dell’Interno.
Nonostante i tentativi di accordo tra Helsinki e Mosca durante gli anni Venti e Trenta riguardo le questioni di confine tra i due Paesi, il 30 novembre 1939 le truppe dell’Armata Rossa lanciarono l’attacco contro la Finlandia dando inizio alla “Guerra d’Inverno” (1939-1940). In questi anni, la Valpo, insieme alle altre agenzie dello Stato, si trovò a operare in prima linea nella ricerca di spie russe, collaboratori o sabotatori (soprattutto delle linee ferroviarie) che operavano per conto delle forze sovietiche. Inoltre, la Polizia garantiva il controllo dei treni su cui viaggiavano soprattutto i civili (ma anche soldati e persone considerate sospette) che lasciavano le terre nel frattempo cadute in mano alle truppe rosse. Durante la ”Guerra di Continuazione” (1941-1944) sempre tra le forze del Paese nordico (a fianco di quelle tedesche che nel frattempo avevano dato inizio all’Operazione Barbarossa, l’invasione dell’Unione Sovietica) e quelle comuniste, i membri della struttura erano stati autorizzati a operare nelle file dell’Esercito finlandese, senza perdere lo status di agente della Valpo I. In un momento di crisi economica e sociale, oltre che di forte riduzione dei quadri che componevano il Corpo di Polizia, ai compiti sopra citati si aggiungeva anche la lotta contro le bande di criminali che imperversavano nelle campagne finlandesi per depredare case e villaggi, oltreché la lotta al mercato nero e alcolismo che rappresentavano una piaga nella società finlandese dell’epoca. Pur avendo inflitto pesanti perdite all’Esercito nemico anche penetrando all’interno del territorio dell’Unione Sovietica, la Finlandia perse la guerra e fu costretta a firmare un Armistizio nel 1944 davanti ad una commissione Alleata (Allied Control Commission) composta da Stati Uniti, Regno Unito e Unione Sovietica e cedere, tra le altre cose, ampie porzioni di territorio a Mosca.
Nel 1945 il Partito Comunista vinse le prime elezioni del dopoguerra, aggiudicandosi un quarto dei seggi in Parlamento. I ministeri chiave, come quello dell’Interno, vennero assegnati a rappresentati comunisti e anche la Valpo venne interessata al processo di riforma compiuto dai politici appena insediatosi. Nella primavera dello stesso anno, nella struttura vennero licenziati tutti coloro che fino a quel momento avevano operato in funzione anticomunista, sostituendoli con personale con ideali vicini a quello del governo. Questa nuova fase nella storia dell’organismo venne soprannominata Valpo II (per distinguerla dalla prima organizzazione) e subito cominciarono le ricerche dei cittadini in qualche modo legati al precedente regime (“bianco” e vicino alla Germania) e alla sua linea politica. Come fanno notare alcuni studiosi, la Valpo II non trovò mai la stessa libertà d’azione di cui invece godeva l’agenzia che l’ha preceduta sia nel contesto della macchina amministrativa statale sia del contesto giudiziario (evidenziando il fatto che la struttura non aveva appoggi al di fuori dei Partiti di sinistra). Nel 1947 la Commissione Alleata lasciò il Paese consegnando le sorti della Finlandia all’Unione Sovietica la quale, un anno dopo, strinse il famoso “Patto di amicizia e di cooperazione” che portò lo Stato nordeuropeo alla politica di neutralità e alla “Finlandizzazione” dello stesso. Al fine di avere un valido strumento informativo capace di adattarsi alla nuova linea politica, la Valpo II venne definitivamente sciolta. Il 17 dicembre 1948, venne istituita la Supo (Suojelupoliisi o Security Intelligence Service), il Servizio segreto della Repubblica finlandese, sempre alle dipendenze del Ministero dell’Interno, che continua tutt’ora ad operare.
Per concludere, si potrebbe riassumere la storia della Finlandia attraverso i colori che hanno caratterizzato il Servizio segreto dello Stato nordeuropeo: dal bianco preponderante durante gli anni della Guerra Civile al rosso della breve parentesi comunista dopo il secondo conflitto mondiale, dal grigio con cui si identificavano le aree geografiche dichiaratesi neutrali durante la cosiddetta Guerra Fredda al blu (e giallo) della bandiera dell’Unione Europea a cui il Paese aderì negli anni Novanta. Attualmente, una nuova scala cromatica si sta aggiungendo alla storia finnica, ovvero il blu scuro e chiaro che caratterizzano l’Alleanza Atlantica nell’ambito della quale gli organismi di intelligence di Helsinki saranno chiamati a lavorare in futuro.