Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo: la carta troppo spesso dimenticata

di C. Alessandro Mauceri

Il 10 Dicembre 1948 a Parigi i paesi membri dell’Assemblea generale dell’ONU (a quei tempi costituita da 58 paesi) vennero invitati a votare la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Il documento fu approvato con 48 voti favorevoli, 8 paesi si astennero e 2 non parteciparono al momento del voto. Pur non essendo un documento vincolante, come invece è la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo del 1989, quell’accordo divenne la base alla quale sono state ispirate o sulla quale sono state modificate le carte costituzionali della maggior parte dei paesi del pianeta.
Tra i concetti cardine inseriti nel testo ci sono l’uguaglianza, la libertà e la dignità di tutti gli uomini, il diritto al lavoro, all’istruzione e l’irrilevanza di distinzioni di razza, colore, religione, sesso, lingua e opinione politica o di disabilità.
Oggi, sembra che molti capi di stato e leader religiosi abbiano deciso di concentrare la propria attenzione proprio su questa ricorrenza. A cominciare da Papa Francesco, che in un messaggio inviato alla Conferenza internazionale sul tema “I diritti umani nel mondo contemporaneo: conquiste, omissioni, negazioni”, ha parlato di “corresponsabilità” nella difesa dei diritti umani. “Quando i diritti fondamentali sono violati o quando se ne privilegiano alcuni a scapito degli altri, o quando essi vengono garantiti solamente a determinati gruppi, allora si verificano gravi ingiustizie, che a loro volta alimentano conflitti con pesanti conseguenze sia all’interno delle singole nazioni sia nei rapporti fra di esse”, ha dichiarato il pontefice. Papa Francesco ha parlato degli “invisibili”: uomini, donne e bambini “che hanno fame e sete, che sono nudi, malati, stranieri o detenuti, che vivono ai margini della società o ne sono scartati” e i cui diritti vengono violati costantemente, ma che la società finge di non vedere.
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani era imperniata su principi come “l’uguaglianza, la libertà e la dignità di tutti gli uomini sono le sole strade che possono portarci ad una società inclusiva, solidale e rispettosa”. Principi che oggi in quasi tutti i paesi del mondo vengono regolarmente violati. E senza che ciò desti stupore nella gente comune. É come se un’onda “scura”, com’è stata definita, stesse invadendo gli animi di miliardi di persone in tutto il mondo. Un mondo che non sembra aver imparato nulla dagli orrori delle persecuzioni che si sono ripetute nel secolo scorso, non solo l’Olocausto, ma anche tutte le altre che si sono verificate in diverse parti del pianeta. Eventi che sembrano non aver lasciato traccia nell’animo di chi oggi finge di non vedere scontri e persecuzioni razziali come quella dei Rohingya in Birmania o come i bombardamenti indiscriminati di diversi paesi arabi, riforniti costantemente di armi e armamenti prodotte da molti paesi sviluppati, sullo Yemen, incuranti delle conseguenze causate come la più grande epidemia di colera a memoria d’uomo o le migliaia e migliaia di morti tra i bambini a causa della mancanza di cibo e acqua. O i flussi di milioni di migranti in tutto il pianeta, secondo le Nazioni Unite si parla di oltre 250 milioni di persone nel solo 2017. Eppure anche loro sono uomini e donne e bambini. Anche a loro dovrebbero essere riconosciuti i Diritti Umani! Invece è come se molti dei governi dei paesi più “sviluppati” del pianeta non li considerassero universali. Negli USA, dove il trattamento riservato a chi ha cercato di migrare dal Centro e Sud America ha raggiunto livelli mai visti prima. O in Europa: anche qui in molti paesi il modo di accogliere i migranti dovrebbe destare stupore. Si pensi alle vicende al confine con l’Italia e all’ingresso del tunnel della Manica, tutte cose destinate a finire nel dimenticatoio. O in Spagna, dove nessuno sembra vedere le barriere costruite a Gibilterra. Recinzioni di filo spinato sulle quali muoiono decine, centinaia di persone di cui nessuno parla e alle quali non viene riconosciuto neanche il diritto ad una degna sepoltura. Una sepoltura negata anche ai migranti sui barconi che ogni anno a migliaia scompaiono nel Mar Mediterraneo, colpevoli solo di voler vivere in un paese dove vengono riconosciuti i loro “Diritti Umani”. Come il diritto al lavoro o il diritto all’istruzione che, come ha dimostrato uno studio di Save the Children, sono tra i principali motivi che portano migliaia di minori stranieri ad abbandonare la propria famiglia e intraprendere un lungo viaggio verso un paese dove sperano che i loro diritti di “fanciulli”, ma prima ancora di esseri umani vengano rispettati. Paesi come l’Italia, dove secondo Amnesty International le leggi varate dal governo contengono misure che “erodono gravemente i diritti umani di richiedenti asilo e migranti e avranno l’effetto di fare aumentare il numero di persone in stato di irregolarità presenti in Italia”.
Molte di queste persone non sanno che i Diritti Universali spesso non lo sono nemmeno nei paesi più sviluppati. Diritti come la tutela della salute, si pensi a ciò che avviene ai disabili anche in Italia, ad esempio nelle scuole, o all’uguaglianza. E perfino la libertà stessa. Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite nel mondo le vittime di forme di schiavitù moderna sono oltre 40 milioni e molti di loro sono bambini.
Una sola cosa è certa. Che se oggi giornali, politici, associazioni e organizzazioni di ogni ordine e grado, stanno compiendo un grande sforzi per parlare dei Diritti Universali, da domani, passata la ricorrenza, tutto tornerà come prima. Si continuerà nella quotidianità alla quale ci si è abituati. Magari fingendo di non vedere che anche nei paesi più “sviluppati” ciò che avviene intorno ai loro occhi, ciò che si mangia o che si indossa o sul quale si sta scrivendo un articolo da pubblicare su un blog o su un giornale, molto spesso è stato fatto costringendo un altro uomo o una donna o un bambino a rinunciare ai propri Diritti Universali. Miliardi di persone che continueranno ad essere “invisibili” per il resto della popolazione mondiale. La stessa che farà finta di non sapere quali sono i Diritti Universali. Almeno fino al prossimo 10 ottobre.

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