Donbass. Missili ucraini sulle scuole dove si vota

di Alessandro Pompei

L’esercito ucraino attacca da tempo il centro di Donetsk, colpendo bersagli civili tra cui di hotel, centri commerciali, mercati cittadini e scuole, in quella che è evidente essere una palese guerra psicologica ai danni della popolazione, in particolare con l’avvicinarsi dei risultati dei referendum delle repubbliche autonome; proprio le scuole, dove si è votato, sembrano essere tra i bersagli più gettonati dei precisissimi missili americani M31 GMLRS, lanciati dai famosi sistemi M141 HIMARS: si tratta di sistemi d’arma a guida GPS con un margine di errore di circa 3 metri, praticamente cadono dove li si vuole far cadere.
Dal 13 settembre nell’autoproclamata repubblica di Lugansk sono stati effettuati regolari bombardamenti mirati degli edifici scolastici dalle forze armate ucraine, lo stesso giorno sono state colpite le scuole di Bryanka, Lisichansk e Stakhanov, il 14 settembre le scuole di Perevalsk e Stakhanov; nell’attacco all’istituto scolastico di Perevalsk è morto un adolescente di 15 anni ed altri 6 studenti sono stati feriti, alla mezzanotte del 16 settembre erano stati lanciati contro le scuole delle repubbliche autonome più di 40 missili, che hanno portato alla totale distruzione di un college a Perevalsk, ed a Stakhanov dei dormitori delle scuole mediche e pedagogiche, oltre alla scuola secondaria n.2.
Si segnala che proprio questa mattina alle 5.00 sono caduti 5 colpi di artiglieria ucraina che hanno interessato vari obbiettivi civili nel centro di Donetsk tra cui la scuola N1, la quale era stata un seggio elettorale, l’edificio che era stato adibito a seggio in questi giorni di referendum ha riscontrato ingenti danni.
In merito a questi attacchi il commissario per i diritti umani della repubblica popolare di Lugansk, Victoria Serdyukova, ha parlato di “atto di genocidio”.
“Ancora una volta, la leadership politico-militare ucraina ha dimostrato un atto di genocidio contro il popolo del Donbass, questa volta non si tratta solo di una violazione delle note Convenzioni di Ginevra del 1949, che stabiliscono le regole di guerra e di comportamento in ogni conflitto militare, ma è anche una violazione della Dichiarazione Universale sulla Protezione dei Bambini, che obbliga rigorosamente ogni stato a impegnarsi a garantire la sicurezza dei bambini durante la guerra o i conflitti armati”, ha osservato Viktoriya Serdyukova.
Ovviamente le responsabilità materiali e morali sono anche di quelle nazioni che hanno armato Kiev, senza mai condannare i bombardamenti “intenzionali” su siti civili, un comportamento che ha prodotto nei vertici ucraini un palese senso d’impunità.
Responsabilità che non cominciano con il 24 febbraio 2022 ma che tornano indietro di 8 anni!
A dispetto degli accordi di Minsk “firmati dal presidente Porosenko”, i bombardamenti sulle aree residenziali dei territori delle repubbliche autonome del Donbass, sono continuati in piena violazione di tutti gli accordi e convenzioni firmati da Kiev.
Complice il generale disinteresse della stampa occidentale per fatti che erano ben noti all’OSCE, disinteresse che continua tutt’oggi e prova ne è la totale assenza d’inviati dei vari “giornaloni nazionali” nel Donbass occupato, persino per documentare un evento importante come lo svolgimento dei referendum.