Eau. Concluso il viaggio di papa Francesco

di Elisabetta Corsi

Il primo viaggio di un papa nella Penisola Arabica è un incontro che mira a rafforzare l’impegno per il dialogo e la pace. In questo evento di portata storica, Francesco ad Abu Dhabi ha incontrato 700 leader religiosi al Muslim Council of Elders, l’incontro di tutte le fedi durante il quale ha detto che “O costruiamo insieme l’avvenire o non ci sarà futuro”. Questo viaggio ha scritto una nuova pagina nelle relazioni tra Cristianesimo e Islam, con l’impegno di promuovere la pace nel mondo sulla base della fratellanza umana. Un impegno sancito anche con la firma di un documento sulla “Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” tra Papa Francesco e il grande imam di al-Azhar, Ahmed al-Tayyb, una pietra miliare nei rapporti tra le due religioni. Il documento è stato redatto in tre copie che verranno conservate in tre luoghi diversi: una in Vaticano, una all’università di al-Azhar al Cairo e infine negli Emirati Arabi Uniti. Il documento tratta anche di argomenti controversi nei paesi a maggioranza islamica come gli attacchi ai luoghi di culto, il concetto di cittadinanza per le minoranze e il riconoscimento dei diritti delle donne, spesso sfruttate e mercificate. La donna deve quindi avere diritto all’istruzione, al lavoro ed a esercitare i propri diritti politici. L’attacco dei luoghi di culto viene ricordato non solo come una deviazione degli insegnamenti religiosi, ma anche una violazione del diritto internazionale, per cui è necessario porre fine alla discriminazione delle minoranze.
Il papa ha anche voluto sottolineare che non bisogna utilizzare le religioni come veicolo di odio, che non devono essere strumentalizzate. Il tutto in un paese in cui i cattolici hanno libertà di culto ma non al di fuori delle chiese e le stesse non possono avere campane o esporre il crocifisso.
Un altro evento storico di questo viaggio è la prima messa pubblica in un paese a maggioranza islamica che celebrata ad Abu Dhabi, nello stadio Zayed Sports City, alla presenza di 120mila fedeli nell’ultimo giorno di visita pontificia; la maggior parte erano migranti dalle Filippine e dall’India che vivono negli Emirati per motivi di lavoro.
Questo viaggio di Francesco è stato rattristato da quanto accade nel vicino Yemen, dilaniato da una terribile guerra in cui a farne le spese sono soprattutto i bambini, conflitto segnato da migliaia di morti e dal milione e mezzo di sfollati. Gli Emirati Arabi Uniti partecipano attivamente al conflitto in seno alla missione della lega Araba, a guida saudita, contro i ribelli sciiti Houthi, che hanno rpeso il potere nel 2015.
Durante la visita papa Francesco ha visitato la tomba del fondatore della patria, lo sceicco Zayed, dove era stato presente, tra gli altri, il nuovo ministro della Tolleranza, figura istituita appositamente nell’ambito dell’anno della Tolleranza 2019, nel quale l’appuntamento più importante è proprio l’incontro interreligioso sulla “fratellanza umana”.