Economia. Nel 2017 prestiti alle famiglie dopo anni. E spunta l’occasione del “doppio quinto”

di Carlo Piedistalli

L’economia torna a crescere, la disoccupazione cala e la moneta torna a circolare grazie alla rinnovata fiducia delle banche che con il 2017 sono tornate a erogare prestiti alle famiglie (+2,2 rispetto allo scorso anno).
I depositi del settore privato sono aumentati del 3,5 per cento su base annua, quelli alle società non finanziarie dello 0,9 per cento (0,2 per cento in dicembre).
Tra le motivazioni classiche per cui una famiglia chiede un prestito vi sono sempre la necessità di ristrutturare una casa, l’acquisto di un’automobile nuova o, come invece capita in particolare nella città metropolitana di Roma, per avere una riserva di liquidità da utilizzare alla bisogna, restituendo poi il mutuo con il quinto dello stipendio o con la formula ancora più libera del prestito con delega o “doppio quinto”. E non è poco perché soprattutto in materia di cessione del quinto da gennaio di quest’anno le regole sono cambiate.
Tutto ciò considerando il fatto che la cessione del quinto resta tutto sommato l’opzione più garantita e sicura in primis per le banche.
È l’Inps ad intervenire in tal senso che dall’inizio di quest’anno ha stabilito che provvederà a detrarre mensilmente e in modo autonomo gli oneri dai flussi di versamento alla banca o finanziaria che ha operato il finanziamento con questa formula.
Questa tipologia di rimborso riguarderà le posizioni relative alla Gestione privata, alla Gestione pubblica e alla Gestione spettacolo e sport.
Il cosiddetto “doppio quinto” diventa in tal senso una ulteriore possibilità, maggiormente svincolato dai lacci burocratici e legato a un accordo di forte fiducia che lega dipendente, azienda e istituti di credito.
Una risorsa in più e, a quanto pare, soprattutto più agile, per rimettere in moto e dare spinta al volo dell’economia italiana in uscita dalla crisi.