Ecowas. Il Mali verso un governo di transizione

di Alberto Galvi

Nei giorni scorsi l’ECOWAS (Economic Community of West African States) ha chiesto al nuovo governo militare del Mali, che ha preso il potere il mese scorso, di nominare un civile a capo di un governo di transizione entro il 15 settembre.
L’ECOWAS è composta da 15 nazioni: Benin, Togo, Burkina Faso, Capo Verde, Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea-Bissau, Liberia, Mali, Niger, Nigeria, Senegal e Sierra Leone, e ha imposto sanzioni al Mali dopo il colpo di Stato del 18 agosto, compresa la chiusura delle frontiere e il divieto del commercio; ha inoltre chiesto elezioni entro 12 mesi.
Il governo militare ha proposto una transizione lunga anni, guidata dai militari per poi passare a un governo civile, ma il capo della commissione ECOWAS Jean-Claude Kassi Brou ha insistito fosse guidato per un periodo di 12 mesi da un presidente civile e da un primo ministro.
Nella dichiarazione finale del vertice ECOWAS l’obiettivo di istituire un governo di transizione entro il 15 settembre è rimasto invariato.
La scadenza dell’ECOWAS rispecchia le richieste della Francia, l’ex occupante coloniale del Mali. Il 30 agosto la pressione straniera sul nuovo governo del Mali era aumentata, in quanto le potenze internazionali temono che i continui disordini politici destabilizzeranno ulteriormente il Paese africano e la più ampia regione del Sahel.
L’ECOWAS sanziona il Mali mentre si incontrano le due forze politiche coinvolte nel colpo di Stato che ha destituito il presidente del Mali Ibrahim Boubacar Keita, il governo militare, rappresentato dal CNSP (Comité National pour le Salut du Peuple) e il principale partito dell’opposizione in Mali, il M5-RFP (Rally for Patriotic Forces).
La nuova leadership militare del Mali ha annunciato che intende tenere le elezioni entro tre anni, ma le potenze straniere hanno dato al Paese africano come scadenza un anno per organizzare le elezioni presidenziali. Quelle elezioni dovranno essere organizzate da un presidente civile e da un primo ministro, i cui nomi dovrebbero essere annunciati prima del 15 settembre.
Mentre il Mali per risolvere la sua attuale situazione deve affrontare pressioni locali, regionali e internazionali, il Marocco potrebbe essere pronto nella situazione di stallo politico in cui verte la nazione maliana, a svolgere il ruolo di arbitro neutrale.
Il Marocco ha ricevuto elogi dalla comunità internazionale in quanto ha intrattenuto forti relazioni con il Mali nei giorni successivi al rovesciamento del presidente Ibrahim Boubacar Keita.