Egitto. Cresce la protesta contro al-Sisi

di Guido Keller –

Cresce la tensione in Egitto, dove da alcuni giorni sono in corso proteste antigovernative che con il passare delle ore su trasformano in scontri sempre più violenti. Le autorità che fanno capo ad Abdel Fatah al-Sisi sono intervenute con il pugno duro arrestando diversi manifestanti e ricorrendo ai manganelli specialmente verso coloro che tentavano di entrare nonostante i divieti in piazza Tahrir, simbolo della rivoluzione he nel 2011 ha portato alla destituzione dell’allora presidente Hosni Mubarak.
Focolai di protesta sono attivi anche in altre città, da Damietta ad Alessandria, da Suez a Mallah, ed a alimentare il malcontento è l’imprenditore Mohamed Alì, autoesiliatosi in Spagna, il quale ha accusato al-Sisi di corruzione e di aver usato i soldi pubblici per costruire palazzi, accuse raccolte dalla stampa Usa. Oltre a denunciare l’appropriazione indebita di fondi pubblici del cerchio magico del presidente, Alì ha chiesto via Facebook al ministro della Difesa, Mohamed Zaki, di provvedere all’arresto di al-Sisi.
Parole che fanno presa su quella metà di egiziani che ha sempre denunciato la presa del potere di al-Sisi attraverso un golpe militare per estromettere l’ormai defunto Mohamed Morsi, eletto in modo democratico ed esponente dei Fratelli Musulmani.
Le migliaia di manifestanti oggi chiedono le dimissioni di al-Sisi, e dalla loro hanno i problemi di sempre, dalla disoccupazione giovanile alla povertà diffusa, dal taglio dei sussidi pubblici alla benzina all’aumento del prezzo dei beni alimentari.
al-Sisis ha respinto ogni addebito, ma mentre vola a New York per partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, lo scenario che va concretizzandosi in Egitto è lo stesso che ha portato al potere lui nel 2014.