Egitto. Papa Francesco in visita. ‘incompatibilità tra Dio e gli atti di morte’

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Papa Francesco è giunto in Egitto dove ha incontrato il presidente della Repubblica, Abdel Fatah al-Sisi, il Grande imam di al-Azhar Ahmad al-Tayyib, ed una serie di autorità civili e religiose. “Un viaggio di unità, di fratellanza”, come ha detto il papa prima di atterrare, ed un incontro interreligioso dal grande significato che si riassume con le sue parole pronunciate nella Grade Moschea, “In quanto responsabili religiosi, siamo chiamati a smascherare la violenza che si traveste di presunta sacralità, facendo leva sull’assolutizzazione degli egoismi anziché sull’autentica apertura all’Assoluto. Siamo tenuti a denunciare le violazioni contro la dignità umana e contro i diritti umani, a portare alla luce i tentativi di giustificare ogni forma di odio in nome della religione e a condannarli come falsificazione idolatrica di Dio: il suo nome è Santo, Egli è Dio di pace, Dio salam. Perciò solo la pace è santa e nessuna violenza può essere perpetrata in nome di Dio, perché profanerebbe il suo Nome”.
Al presidente al-Sisis papa Francesco ha detto che “In questa terra, Dio si è fatto sentire, ha rivelato il suo nome a Mosè e sul monte Sinai ha affidato al suo popolo e all’umanità i Comandamenti divini. Sul suolo egiziano, trovò rifugio e ospitalità la Santa Famiglia: Gesù, Maria e Giuseppe. L’ospitalità data con generosità più di duemila anni fa rimane nella memoria collettiva dell’umanità. Anche oggi vi trovano accoglienza milioni di rifugiati provenienti da diversi Paesi, tra cui Sudan, Eritrea, Siria e Iraq, rifugiati che con lodevole impegno si cerca di integrare nella società egiziana”.
“Non si può costruire – ha aggiunto il pontefice – la civiltà senza ripudiare ogni ideologia del male, della violenza e ogni interpretazione estremista che pretende di annullare l’altro e di annientare le diversità manipolando e oltraggiando il Sacro Nome di Dio”. “Abbiamo il dovere – ha continuato – di smontare le idee omicide e le ideologie estremiste, affermando l’incompatibilità tra la vera fede e la violenza, tra Dio e gli atti di morte”.