Egitto. Regeni: al-Sisi, ‘ansiosi di arrivare a capo della vicenda: vennero bloccati gli investimenti’

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Rispondendo alla domanda di un giornalista sul caso Regeni durante una conferenza stampa a Sharm el Sheikh, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha affermato la volontà che quanto prima si arrivi a capo della vicenda. Ha fatto inoltre notare che il cadavere seviziato del giovane ricercatore italiano, di cui si erano perse le tracce nella capitale egiziana la notte del 25 gennaio 2016 (anniversario di Piazza Tahrir), era stato ritrovato il 3 febbraio, nello stesso momento in cui era in corso la missione imprenditoriale guidata dall’allora ministro Federica Guidi, cosa che aveva bloccato potenziali investimenti italiani in fase di realizzazione in Egitto.
“Desideriamo individuare i colpevoli e stiamo operando in maniera molto trasparente con le autorità italiane e i procuratori italiani. Noi speriamo di poter avere una risposta nel più breve tempo possibile”, ha detto al-Sisi, aggiungendo che “riteniamo che ci sia stato tentativo, durante la visita di uomini d’affari e investitori italiani pronti portare investimenti investimenti, di distruggere quell’iniziativa”, cosa di cui ne siamo stati i più colpiti. Ecco perché siamo ansiosi di risolvere questo caso”.
Auspicando il ritorno alla normalità, per quando difficoltoso, delle relazioni “economiche, culturali e umane” fra i due paesi, il presidente egiziano ha fatto notare che “non potremo mai dimenticare come l’Italia ha appoggiato l’Egitto nella rivoluzione di giugno”, quando ribaltò il potere dei Fratelli Musulmani, e che “fu il premier Renzi a rivolgermi il primo invito a visitare un paese europeo: “Per questo consideriamo quello di Regeni un dossier significativo”.