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Patrick George Michel Zaky Soleyman, lo studente egiziano di 27 anni dell’università di Bologna arrestato il 7 febbraio una volta tornato nel suo paese per fare visita ai parenti, è stato sottoposto ad un ulteriore fermo di 15 giorni dalla Procura del Cairo per la Sicurezza dello Stato. L’uomo è accusato di aver diffuso false informazioni volte a minare la stabilità dello Stato, incitamento a manifestazione senza permesso, tentativo di rovesciare il regime, uso dei social media per danneggiare la sicurezza nazionale, propaganda per i gruppi terroristici e uso della violenza.
Sin da quel 7 febbraio “Zacky” è in carcere, ed in passato è stato riferito di torture adottate negli interrogatori. Giovedì è stato trasferito dal carcere di Mansula a quello di Tora, nella periferia della capitale egiziana, “in una sezione per detenuti politici”, ha riferito il suo avvocato. Il legale ha anche riportato che “oggi è stato dato ai genitori il permesso di vedere il figlio”.
Il caso è seguito da diversi associazioni per i diritti umanitari e dai diplomatici di diversi paesi europei e non solo, oltre che naturalmente dalla rappresentanza italiana, mentre il team di legali tenterà di dimostrare che la pagina Facebook sia stata attribuita indebitamente allo studente egiziano.