Entra in vigore l’accordo di libero scambio Ue – Giappone

di Guido Keller

Dopo cinque anni di trattative, la firma dello scorso 17 luglio e l’approvazione del Parlamento europeo in dicembre, è entrato oggi in vigore l’accordo di partenariato economico Ue-Giappone (Epa), il quale istituisce una zona commerciale che interessa 600 milioni di persone, copre un terzo del PIL mondiale e circa il 40% del commercio mondiale. Già oggi il Giappone è il secondo partner commerciale dell’Unione Europea e l’export verso il paese orientale ammonta a circa 58 miliardi di euro di beni e a oltre 28 miliardi di servizi.
Cadono così i dazi giapponesi per il 94 per cento dei prodotti agricoli e industriali provenienti dall’Unione Europea e il 99 per cento dei dazi europei sui prodotti nipponici, per un totale di un miliardo di euro l’anno di imposte sulle merci che verrà gradualmente meno nell’arco di alcuni anni.
Vengono tutelati diversi prodotti agroalimentari europei ed in Giappone spariranno dagli scaffali dei supermercati le imitazioni, spesso sgradevoli, di formaggi, vini e carni per un totale di 205 prodotti a indicazione geografica europea al fine di aiutare le piccole e medie imprese che rappresentano il 78% degli esportatori verso il Giappone. Per i vini, esportati nel paese orientale soprattutto da Italia, Francia e Spagna, la riduzione dei dazi del 15 per cento è immediata, mentre il resto della tassa d’importazione verrà abolita in modo graduale. Il Sol Levante apre inoltre alla concorrenza europea il suo mercato degli appalti ferroviari e degli appalti pubblici nelle sue principali città. Sono liberalizzati anche il commercio elettronico, i trasporti marittimi internazionali e i servizi postali.
Essendo usciti gli Usa dall’accordo Trans Pacifico (Ttp), che include 11 paesi, il Giappone esporterà in Europa le proprie auto (640mila unità nel 2017) con i dazi che si ridurranno del 10 per cento in 8 anni, ma più in generale secondo Tokyo l’impatto economico dell’accordo si tradurrà 45,7 miliardi di dollari in più in commercio.
L’Epa (Economic Partnership Agreement) è uno dei due tronconi che compone il Jefta (Japan-EU Free Trade Agreement): l’altro è lo Spa (Strategic Partnership Agreement), che interessa la cooperazione in una trentina di aree ritenute strategiche fra cui lotta al cambiamento climatico, il contrasto del terrorismo, le politiche migratorie e la politica estera.
L’export dell’Italia verso il Giappone, il secondo nell’Ue dopo la Germania, è pari a 2,4 miliardi di euro e secondo la Commissione impegna 14.921 aziende e 88.806 lavoratori italiani, in particolare nell’agroalimentare.