Il neo-ottamanista Erdogan mette in gabbia la Turchia: giornalisti, militari, insegnanti ed ora anche i deputati curdi

di Enrico Oliari –

erdogan grandeL’attentato di ieri a Diyarbakir, capoluogo del Kurdistan della Turchia, è stato rivendicato dall’Isis e non è stato quindi provocato dal Pkk o dai “Falconi della Libertà” (scissisi dal Pkk nel 2005) quale azione di risposta agli incredibili arresti dei deputati dell’opposizione curda: da subito il premier Binali Yildirim aveva puntato il dito contro i curdi, ma l’attentato di ieri è stato rivendicato dall’Isis, cosa riportata dal Site (organizzazione che monitora le attività dell’Isis in rete).
Tuttavia, a prescindere da chi abbia o meno la responsabilità delle 9 vittime, è palese che l’arresto di deputati dell’opposizione curda, tra cui il leader dell’Hdp (Movimento democratico dei popoli) Selahattin Demirtas, è quanto di più liberticida, antidemocratico ed anti europeista possa esservi.
Arresti che sono arrivati dopo che agli stessi parlamentari è stata tolta l’immunità in nome di un non meglio definito sospetto legame con il terrorismo, ma anche dopo che sono finiti in manette i giornalisti dei media dell’opposizione, come pure le decina di migliaia di militari, insegnanti, diplomatici, magistrati accusati di aver preso parte al tentativo di golpe (più o meno reale) del 15 luglio. In altre parole. se non è dittatura, poco ci manca.
L’Hdp è un partito curdo (minoranza etnica in Turchia da 18 milioni di persone) che nulla ha a che fare con il terrorismo e che alle ultime elezioni era riuscito ad entrare in parlamento in quanto aveva superato la soglia del 10 per cento dei voti. Un disastro per il presidente neottamanista Recep Tayyp Erdogan, il cui partito, l’Akp (ironicamente Partito della Giustizia e dello Sviluppo), aveva perso parecchi voti, pur riconfermandosi il primo partito del paese.
L’odio di Erdogan per i curdi è cosa arcisaputa, basti pensare che nel luglio 2015, quando l’Isis (che lo stesso presidente aveva sostenuto ad esempio lasciando transitare decine di migliaia di foreign fighters) fece il suo primo attentato in Turchia, a Suruc (33 morti): la risposta del presidente turco fu quella di rompere la tregua con il Pkk ed innescare una nuova guerra che ha portato distruzione da una parte ed attentati dall’altra.
Sono 12 su 70 i deputati dell’Hdp arrestati ieri in Turchia, tra i quali Demirtas nella sua casa di Diyarbakir, e Figen Yuksekdag ad Ankara. Arrestati anche Sirri Süreyya Önder, che è attore e parlamentare, e Imam Tascier; poi Ferhat Encu, Leyla Birlik, Selma Irmak, Abdullah Zeydan, Idris Baluken, Nursel Aydogan, Ziya Pir e Gulser Yildirim.
demirtas Selahattin grandeL’accusa rivolta verso tutti è quella di avere legami o di aver avuto a che fare con il Pkk (Partito curdo dei lavoratori), formazione che Ankara considera terroristica. Un addebito che gli indagati respingono, ma fatto in un paese dove, come avviene in tutte le dittature, basta solo il sospetto e l’indirizzo politico del capo per finire dietro le sbarre.
E poi c’è l’Europa. Quella che ha sottoscritto un accordo con Ankara: pur di tenersi i profughi e i migranti diretti a ovest, Bruxelles ha acconsentito alla sospensione dei visti per i cittadini turchi diretti in Europa, ha staccato un assegno da 6 miliardi (denaro solo in parte dato; la quota dell’Italia è circa 500 milioni di euro) e soprattutto ha accettato di riaprire il processo di adesione della Turchia alla Casa comune.
In una dichiarazione congiunta l’Alto rappresentante Federica Mogherini e il commissario Johannes Hahn hanno espresso la “profonda preoccupazione” dell’Unione Europea, affermando che “Ci aspettiamo che la Turchia salvaguardi la sua democrazia parlamentare, incluso il rispetto per i diritti umani”.
Il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz ha affermato che siamo davanti a un “segnale spaventoso sulle condizioni del pluralismo politico in Turchia”, e che le ultime iniziative del governo di Ankara “mettono in discussione la sostenibilità delle relazioni tra Ue e Turchia”. “Selahattin Demirtas, Figen Yuksekdag e gli altri parlamentari del partito Hdp – ha aggiunto Schulz – sono dei legittimi e democratici rappresentati della società turca. Inoltre, l’Hdp è il terzo partito per rappresentati eletti nell’assemblea nazionale”.